Insieme ad altre 27 organizzazioni delle reti AOI, CINI e LINK2007, abbiamo scritto al Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale On. Antonio Tajani chiedendo di rivedere la posizione italiana in merito alla sospensione dell’Accordo di Associazione tra l’Unione Europea e Israele. Ecco il testo della lettera:
Onorevole Ministro Tajani,
il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea del 20 maggio u.s. ha avviato una revisione dell’Accordo di Associazione fra Unione Europea (UE) e Israele. Tale iniziativa mira a verificare la conformità della condotta di Israele all’articolo 2 del trattato, alla luce delle gravi violazioni del diritto internazionale e dei crimini internazionali perpetrati nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Il Servizio europeo per l’azione esterna sta attualmente conducendo l’analisi formale, i cui risultati sono attesi e potrebbero essere presentati in occasione del prossimo Consiglio Affari Esteri, previsto per il 23 giugno.
Desideriamo sottolineare che la suddetta revisione ha ricevuto il sostegno di 17 Stati membri. Purtroppo, tra questi non figura il nostro Paese, che ha espresso voto contrario. La motivazione di tale opposizione, a quanto riportato, risiederebbe nella necessità di non compromettere un dialogo con Israele, ritenuto cruciale per il raggiungimento di un cessate il fuoco e il ripristino dell’accesso all’assistenza umanitaria.
Le associazioni scriventi sollecitano una revisione della posizione italiana, anche in considerazione dei numerosi rapporti degli organismi delle Nazioni Unite, fra cui la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite e i relatori speciali, delle principali organizzazioni per i diritti umani e non ultima la valutazione scritta dal Rappresentante Speciale per i diritti umani dell’UE Olof Skoog (fornita a tutti i membri del Consiglio a novembre 2024) che hanno documentato le politiche strutturali di trasferimento forzato, fame e privazione di acqua da parte delle autorità israeliane a Gaza. Israele ha sistematicamente e indiscriminatamente preso di mira la popolazione civile e le infrastrutture civili, compresi ospedali, scuole, operatori sanitari, operatori umanitari e giornalisti. Tali rapporti denunciano inoltre la detenzione illegale di palestinesi, inclusi i bambini, e il loro trattamento disumano, la tortura e la violenza di genere.
Dopo il Consiglio di Associazione UE – Israele, tenutosi nel febbraio scorso, la situazione è ulteriormente deteriorata con un blocco totale dell’’ingresso degli aiuti durato oltre 90 giorni e che di fatto persiste ancora oggi. A eccezione della distribuzione di pacchi alimentari gestita dalla cosiddetta Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un meccanismo creato e controllato dalle stesse autorità israeliane in palese violazione del diritto internazionale umanitario. Tale struttura rappresenta una grave strumentalizzazione dell’assistenza umanitaria, tradendo i principi fondamentali di indipendenza, imparzialità e neutralità che ne costituiscono il fondamento e ne regolano l’agire. Come stiamo constatando sul campo, questo sistema non solo compromette l’efficacia dell’assistenza stessa, ma espone le persone che ne beneficiano a gravi rischi per la propria incolumità.
Chiediamo con fermezza una presa di posizione chiara del nostro Governo a favore del diritto internazionale e dei diritti umani. In linea con la risoluzione approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 12 giugno – che l’Italia ha sostenuto- e come da Lei perorato durante l’informativa del 14 giugno, per non far parlare le armi ma la diplomazia, è urgente adottare ogni misura di politica estera volta alla dissuasione e alla pressione per una risoluzione diplomatica della crisi e prevenire la commissione di ulteriori crimini internazionali. Questo deve includere la sospensione degli accordi internazionali e l’adozione di misure restrittive economiche, come già avvenuto in altre crisi analoghe.
Riteniamo che la diplomazia non fondata su legalità, accountability e giustizia abbia contribuito all’attuale catastrofe umanitaria. Chiediamo pertanto un’assunzione di responsabilità da parte del nostro Governo in tutte le sedi internazionali ed europee, nel pieno rispetto della nostra Costituzione e del diritto internazionale, affinché tutte le possibili vie diplomatiche siano vagliate e utilizzate con determinazione.
Confidando in un Suo sollecito riscontro e in un’azione concreta da parte del Governo, porgiamo i nostri più distinti saluti.
Le Reti:
AOI
CINI
Link 2007