17 Ottobre 2011

L’appello di Oxfam al comitato per la sicurezza alimentare

 
Jose Xavier Bezerra da Silva ci dice che dalla proprietà della terra dipende la sua autonomia, e quindi il suo futuro. Credits: Gilvan Barreto/Oxfam
Jose Xavier Bezerra da Silva, Brasile

Oxfam chiede ai governi che partecipano al Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (Csa) delle Nazioni Unite di mostrare una chiara volontà politica di sconfiggere le cause della fame ed avviare azioni concrete. Oltre 13 milioni di persone sono a rischio in Corno d’Africa; i prezzi alimentari restano alti e volatili; quasi un miliardo di persone arriva senza cibo alla fine della giornata. La totale inadeguatezza delle attuali politiche contro la fame è provata dai fatti.


Il Comitato per la sicurezza alimentare, che si riunisce dal 17 al 22 ottobre è l’unico organismo in cui i governi, la società civile, le istituzioni internazionali e il settore privato possono formalmente negoziare e coordinare misure per garantire a tutti la sicurezza alimentare.
Il Csa può inaugurare una nuova era della cooperazione in grado di assicurare cibo a sufficienza per l’umanità, oggi e in futuro. L’obiettivo è stabilire un sistema di regole multilaterali che dia ai governi la possibilità di agire insieme nell’interesse globale, risolvere i conflitti, allineare le politiche e allocare le risorse in modo razionale”, dichiara Barbara Stocking, direttore generale di Oxfam. “Risolvere il problema della fame è possibile: Vietnam e Brasile ci hanno indicato la strada. Serve ora l’impegno e il coraggio di tutti i governi affinché intraprendano azioni concrete per affrontare alla radice il problema della fame”.


Dal 2006 i prezzi alimentari internazionali sono raddoppiati in modo repentino. Dopo il picco della crisi alimentare del 2007/2008, sono scesi nella seconda metà del 2009 per poi aumentare di nuovo a metà del 2010, raggiungendo i massimi storici a febbraio 2011. “Si promuovono soluzioni tampone che non aiutano a risolvere una crisi alimentare di portata mondiale, men che meno l’emergenza in Corno d’Africa”, dichiara Elisa Bacciotti, portavoce di Oxfam Italia. “Ci avviamo verso una  catastrofe umanitaria se le politiche continueranno ad essere quelle attuali, del tutto e insufficienti e inadeguate”.


Oxfam chiede al Csa di ridurre la volatilità dei prezzi alimentari attraverso tre misure urgenti. In primo luogo, l’abbandono delle politiche di sostegno ai bio-carburanti – che trasformano sempre più cibo in carburante; in secondo luogo, la regolamentazione dei mercati delle materie prime per frenare le eccessive speculazioni; infine, l’aumento delle riserve alimentari nei paesi poveri, affinché le loro popolazioni non subiscano le conseguenze di un innalzamento improvviso dei prezzi.


Oxfam chiede inoltre al Csa di promulgare le Linee Guida Volontarie sulla Terra, il primo strumento internazionale che può arginare il fenomeno incontrollato del land grabbing. Questo documento, che contiene numerose raccomandazioni positive – mettere al centro le comunità locali, riconoscere i diritti delle donne, la proprietà comune e i diritti consuetudinari sula terra – non è stato completato in tempo per la prevista adozione da parte del Csa. Il Csa deve quindi indicare la strada da seguire per la loro applicazione.


Per sconfiggere la fame è altrettanto fondamentale garantire uguale accesso alla terra alle donne, che in alcuni paesi poveri producono fino all’80% del cibo, e aumentare gli investimenti pubblici a favore dei piccoli agricoltori, a partire dall’impegno di stanziare i 22 miliardi di dollari a sostegno dell’agricoltura promessi al G8 dell’Aquila nel 2009.

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