
Non è un caso che l’Albania sia chiamata il Paese delle Aquile: le vedi volare fiere, e sono bellissime quando dispiegano le ali alzandosi sopra le montagne del Nord, volteggiando su quel paesaggio che un tempo non era così, come lo vediamo ora.
Le aquile lo sanno che l’area che circondava Scutari, dai monti di nord-est alle dolci colline a ovest, verso il mare, era un trionfo di vegetazione e non quella distesa un po’ arida e polverosa che anni di sistematico disboscamento e sfruttamento intensivo hanno ridotto così.
Sono la salvia, la lavanda e il timo che potete vedere spuntare dove neanche la più tenace delle viti è riuscita ad avere la meglio; fiere e bellissime come le aquile, sono le donne a volteggiare fra le piantine che hanno seminato, e le potete vedere annaffiarle a mano una ad una, e ogni giorno inginocchiarsi e fare in modo che la loro crescita non venga disturbata dalle erbacce fino al momento della raccolta, quando iniziano i problemi veri.
E come le aquile, le donne lo sanno che basta un niente e le erbe messe al sole a seccare possono marcire nel volgere di poche ore: sembra una danza antica quella che allora si svolge nelle aie, dove i grandi teli sui quali il raccolto è disteso a seccare vengono sapientemente spostati di continuo perché l’umidità non si accumuli, non si creino muffe e il lavoro di mesi non venga perso.
L’intervento di Oxfam Italia è stato concentrato quindi proprio qui, nella fase più delicata e critica del processo: abbiamo costruito due grandi essiccatoi che grazie alla ventilazione naturale e ad una struttura semplice ma molto efficiente riescono ad essiccare ognuno, per esempio, 18 tonnellate di salvia in soli 15 gg.
Attraverso queste iniziative Oxfam Italia promuove il lavoro agricolo, l’associazionismo garantendo un reddito alle famiglie più povere dell’Albania, portando così speranza e fiducia in un futuro migliore.
Serena Guidobaldi