14 Marzo 2024

L’emergenza in Ucraina dopo la guerra è finita davvero?

 

Parlare di emergenza in Ucraina vuol dire parlare delle conseguenze umanitarie del conflitto russo ucraino. Vediamo brevemente le origini del conflitto e quale è la situazione umanitaria che rende il territorio e la popolazione civile fragile sia in Ucraina che in tutta Europa.

Origine del conflitto Russia Ucraina

A marzo del 2014 la regione ucraina della Crimea lancia un referendum per l’autodeterminazione del territorio. Il referendum è voluto da quella parte di popolazione vicina alla Russia con volontà separatiste ma non è riconosciuto da Kiev, né dalla comunità internazionale. Lo stesso anno comincia così il conflitto del Donbass, una guerra che si è ridotta a una situazione di cessate il fuoco nel 2015, ma che non si è mai del tutto conclusa. La tensione in Donbass, infatti, esplode il 24 febbraio 2022, quando la Federazione Russa inizia un’offensiva militare in Ucraina con l’annessione militare della Crimea. Inizia così la guerra più recente della storia europea contemporanea i cui effetti continuano a devastare vite: 14 milioni di persone si trovano senza casa e solo all’interno dell’Ucraina ci sono 6 milioni di sfollati.

Irina e 2 figli Sadar 4 en Nadar 13. (foto e video)Irina( 44) è madre di 2 figli Nazar(13) e Sadhar (4)Ha trovato rifugio nella casa ucraina e vuole restare il più vicino possibile in Ucraina dove si trova ancora suo marito. Entrambi i suoi figli hanno problemi agli occhi e hanno bisogno di molte cure, quindi si preoccupa di dover lavorare per poter finanziare i loro bisogni di base mentre si trovano nel rifugio. Non posso stare lontano dai miei figli per lunghe ore ogni giorno, hanno ancora più bisogno di me poiché sono terrorizzati da tutta la violenza nella nostra città natale, Ternopil. Sono ancora molto spaventati e hanno gli incubi. Michelle e Ola cercano entrambe di confortarla e promettono di vedere cosa possono fare per trovare una soluzione. Hanno contattato la direzione della casa ucraina se Irena può magari fare qualche lavoro di accoglienza per loro.

Come abbiamo affrontato l’emergenza in Ucraina

Nel 2023 erano ancora 18 milioni le persone che hanno bisogno di aiuto in Ucraina. Gli interventi necessari dopo un conflitto del genere sono ancora tanti. Il supporto di Oxfam include acqua pulita, servizi e kit igienici, cibo, aiuti economici, alloggi, assistenza psicologica e legale. Sosteniamo anche i centri di accoglienza e le aree di frontiera dove i nostri partner locali forniscono assistenza familiare, corsi di lingua, supporto per la ricerca di lavoro. Oxfam ha aiutato circa 800.000 persone solo tra marzo e dicembre 2022. Dall’inizio della risposta sono state raggiunte 140.000 persone in Ucraina, 370.000 in Polonia, più di 133.000 in Romania e 137.000 in Moldavia.

La situazione dei rifugiati ucraini

Nel 2023, dopo un anno di guerra, i dati riportavano che 8 milioni di persone avevano lasciato l’Ucraina per cercare protezione in Europa. Questo enorme flusso di persone in fuga ha portato a una decisione senza precedenti: il 4 marzo 2022, per la prima volta nella storia della UE, il Consiglio Europeo ha applicato la Direttiva sulla Protezione Temporanea. Questo ha portato immediatamente, in tutti gli Stati membri, all’instaurarsi di un sistema parallelo a quello di asilo, ma con standard di protezione più alti. L’attivazione della Protezione Temporanea ha determinato per le persone in fuga dall’Ucraina un regime di tutela e assistenza significativamente più solido di quello previsto per i richiedenti asilo di altra nazionalità. Ma anche i cittadini e le cittadine ucraine a che sono stati ospitati nel nostro sistema di accoglienza hanno sperimentato gravi inefficienze o vere e proprie violazioni dei loro diritti.

Julia, 44 anni, sua suocera Leana, 58 anni, suo figlio e i nipoti di Kharkiv al centro di accoglienza per rifugiati ucraini Hallo Kijowska. Korczowa, Polonia.

L’emergenza ucraina in Europa e in Italia

Se ti stai ancora chiedendo se l’emergenza in Ucraina è finita o meno, la risposta è no. Sul lato puramente bellico, ammesso che ne esista uno, come dice Limes «Il conflitto in Ucraina è di fatto una guerra congelata». Ma è l’aspetto umanitario che conferma come l’emergenza ucraina sia una questione ancora da risolvere che coinvolge i sistemi di accoglienza e protezione internazionale di ogni stato membro. In Italia, l’elemento che ha evitato al sistema di accoglienza di implodere è stata la diaspora. Le persone ucraine già residenti in Italia da prima dello scoppio della guerra hanno offerto supporto e ospitalità. Basti pensare che a inizio ottobre 2023, su oltre 180.000 persone arrivate in Italia e titolari di protezione temporanea, solo poco più di 17.000 sono ospitate nel sistema pubblico. Il problema è che non si sa cosa succederà dopo la scadenza della protezione temporanea. Il 4 marzo 2025, infatti, in tutti gli Stati membri della UE scadranno inderogabilmente i permessi di soggiorno per protezione temporanea, senza più possibilità di rinnovo. Le opzioni attualmente disponibili rischiano di compromettere i diritti delle persone ormai stabilitesi fuori dall’Ucraina, ma soprattutto di fare implodere i sistemi di asilo dei paesi ospitanti. Con questa riposta all’emergenza in Ucraina si è creata una pericolosa forma di etnicizzazione della risposta politica e amministrativa che, di fronte a una grave crisi umanitaria, attribuisce diritti alle persone non in base al loro bisogno di protezione, ma in base alla loro nazionalità. Per approfondire il rapporto tra emergenza in ucraina e situazione di protezione internazionale in Italia leggi il paper “Protetti o no?”

 

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