Cosa facciamo
Da quando è iniziata la crisi siriana vi sono stati più di 100.000 morti. Ad oggi 9,3 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria all’interno della Siria – pari a quasi la metà della popolazione – di cui 4.2 milioni di bambini. 2.3 milioni di siriani hanno trovato rifugio nei paesi confinanti – principalmente in Giordania e in Libano, dove i rifugiati sono ormai quasi un milione.
Ci troviamo di fronte ad una delle più grandi tragedie umanitarie degli ultimi anni. Oxfam ha fatto e continua a fare pressione alla comunità internazionale e ai governi perché garantiscano i finanziamenti promessi e si impegnino per raggiungere la pace. Le donne, gli uomini e i bambini siriani hanno diritto ad essere liberi dalla violenza: il mondo deve ascoltarli e impegnarsi per una soluzione politica.
Allo stesso tempo, Oxfam lavora sul campo affinché i siriani ricevano l’assistenza umanitaria di cui hanno bisogno. Lavoriamo per garantire ai rifugiati acqua, cibo e riparo, specialmente in Libano e in Giordania e recentemente anche all’interno della stessa Siria.
Fino ad oggi abbiamo aiutato più di 800.000 persone.
In Libano, quasi il 65% dei rifugiati vive al Nord e nella valle della Bekaa in spogli rifugi provvisori, tende o baracche di plastica e lamiera senza riscaldamento, acqua e luce elettrica. Per loro è difficilissimo trovare un lavoro con cui pagare cibo, vestiario e riscaldamento e solo pochi possono permettersi l’affitto di una stanza o di un locale, che comunque devono condividere con altre famiglie. Il freddo e la scarsa igiene aggravano le condizioni di salute e provocano malattie respiratorie. Oxfam distribuisce aiuti in denaro e voucher che permettono ai rifugiati di acquistare beni essenziali, carburante, stufe, coperte e vestiti presso i rivenditori locali convenzionati, così che ne tragga vantaggio anche l’economia dei paesi ospitanti: in questo modo 65.000 rifugiati potranno passare l’inverno. Nei campi profughi palestinesi, che ora ospitano anche migliaia di siriani, Oxfam offre sostegno psicologico a donne e bambini, che più di tutti soffrono il trauma della lontananza da casa e dell’esclusione.
In Giordania lavoriamo nel campo profughi di Zaatari, garantendo acqua e servizi igienici. Più di 20.000 siriani hanno potuto utilizzare le nuove latrine, mentre 8.000 persone hanno beneficiato dei nuovi edifici che ospitano docce, bagni e lavatori comuni. I bambini vengono coinvolti attraverso lezioni di igiene e progetti artistici.
Lavoriamo inoltre con le famiglie che abitano gli insediamenti informali nel distretto di Balqa, costretti a vivere in tende o baracche o a condividere locali per cui pagano affitti esorbitanti, distribuendo loro prodotti igienici e filtri per l’acqua, oltre che donazioni in denaro per pagare l’affitto.
In Siria stiamo riparando le reti idriche e fornendo cisterne mobili e strumenti per la potabilizzazione dell’acqua. A Damasco ad esempio lo scorso novembre, grazie a due generatori delle dimensioni di due camion si sono potuti riattivare due impianti di trattamento delle acque che erogano oggi acqua pulita per più di 500.000 persone.
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