A causa del conflitto tra Hamas e Israele, la settimana scorsa, Oxfam ha dovuto richiamare il proprio personale a Gaza. Queste le riflessioni di Ahmed Sourani, Oxfam Gaza Program Manager.
“Mentre la situazione continua a deteriorarsi, le violenze che si succedono di ora in ora incidono pesantemente sulla vita della popolazione di Gaza, nel breve come nel lungo termine. Quello che la gente vuole prima di tutto è un cessate il fuoco da parte di un attore regionale o internazionale. Ci sono poi altri problemi. Circa 100.000 impiegati (a Gaza e in Cisgiordania) non hanno ancora ricevuto lo stipendio di giugno; le loro famiglie non riescono ad acquistare nemmeno il cibo. A loro si aggiungono le decine di migliaia di altre famiglie povere che si trovano intrappolate in casa, senza poter uscire ad acquistare nulla, semplicemente perché non hanno soldi per comprare nulla.
Durante gli ultimi mesi, la popolazione di Gaza ha visto una netta diminuzione nelle forniture di cibo da parte delle agenzie e organizzazioni umanitarie, che ha contribuito a indebolire la resilienza delle famiglie già povere e vulnerabili.
Gli ultimi quattro giorni di guerra hanno provocato danni non solo alle abitazioni, ma anche al settore agricolo: centinaia di piccoli contadini non hanno potuto raggiungere i campi e gli animali per nutrirli o raccogliere i prodotti da vendere al mercato, e molte serre, campi e stalle sono stati distrutti. A Gaza scarseggia il cibo fresco e i prezzi si sono alzati. Centinaia di famiglie povere di Gaza dipendono adesso quasi esclusivamente dai prodotti dell’orto o dal piccolo allevamento (polli, conigli, piccioni) e dalle scorte di cibo che hanno prodotto in casa. Nei supermercati di Gaza il cibo non scarseggia, ma purtroppo il potere d’acquisto degli abitanti non è tale da permetter loro di comprarlo; a questo si aggiunge il problema della sicurezza, per cui è rischioso uscire di casa per recarsi a fare acquisti. Il varco di Karem Shalom, che lavora al 25% del proprio potenziale, si aprirà eccezionalmente oggi per far passare sei camion pieni di medicinali, apparecchiature mediche e combustibile. A Gaza inoltre vi sono frequenti interruzioni di corrente e acqua; alcune tubature e pozzi sono stati distrutti.
Sotto una pioggia di razzi, bombe e raid aerei le famiglie di Gaza, e specialmente i bambini, stanno vivendo giorni e notti di terrore, laddove i genitori, che dovrebbero proteggerli, si trovano nell’impotenza. Che storie racconteranno loro prima di dormire?”
AHMED SOURANI | Gaza Program Manager