I villaggi delle campagne e delle foreste del nord dello Sri Lanka raccontano di donne e di uomini che non si arrendono, che vogliono ripartire, per i quali anche un piccolo intervento di Oxfam rappresenta uno stimolo, una spinta essenziale per l’inarrestabile movimento verso una nuova vita.
Abbiamo fatto domanda e siamo stati selezionati per partecipare ad un programma di Oxfam di diffusione delle pratiche di coltivazione organiche. Formazione, donazione di qualche attrezzatura e di sementi autoctone, supporto finanziario per la costruzione di un pozzo. Oggi coltiviamo più di due acri di terra: patate dolci, chili, fagioli”. Il loro orto familiare (Forest Garden lo chiamiamo così tra gli addetti ai lavori) è un capolavoro, riempie il cuore. “Con gli scarti della produzione, con le foglie degli alberi, con altri rifiuti organici, produciamo fertilizzanti e pesticidi naturali. Risparmiamo un bel po’ di soldi, anche se costa un po’ di tempo e di fatica. Con l’autobus vado al mercato di Vavunyia a vendere i prodotti e quando le borse sono troppo pesanti mi accompagna anche mio marito. Anche i vicini di casa vengono ad acquistare da noi. Non costano meno dei prodotti coltivati con tecniche convenzionali, ma tutti sanno che i nostri sono prodotti sani e tutti noi vogliamo che i nostri figli crescano sani”. Il sano e stupendo sorriso di sua figlia Viji sembra una testimonianza perfetta del successo di questo orto organico. Il marito Chanthiraraj, mi accompagna a poche decine di metri per mostrarmi la piccola stazione dove produce il compost e, ancora più avanti il pozzo.