1 Dicembre 2011

Vertice a Busan, per una democratizzazione dell’aiuto

 
Tariq Sayed Ahmad, Research Associate, Oxfam America
Tariq, autore dell'articolo

Le questioni sull’efficacia dell’aiuto sono spesso molto tecniche e centrate su politiche governative e processi burocratici; il linguaggio è  lontano da quello parlato dalle persone che vivono in povertà. Questo è il motivo per cui i discorsi presentati da dignitari di alto livello, del calibro di  Ban-ki Moon e del segretario di Stato americano Clinton, riuniti a Busan, in Corea del Sud, sono così importanti. I discorsi ci ricordano perché le decisioni prese in questa sede si ripercuotono sulla vita di miliardi di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà.


Lee Myung-Bak, presidente della Corea del Sud, ha iniziato elencando le motivazioni della scelta di Busan come sede per questo importante Forum. La storia della città è la quintessenza della storia della Corea, da paese beneficiario a donor in solo 50 anni. Durante la guerra di Corea, la comunità internazionale distribuiva aiuti umanitari attraverso il porto di Busan, adesso il 5° per dimensioni in tutto il mondo. La Corea ha raggiunto un tale traguardo, guidando lei stessa il proprio sviluppo, e ora è desiderosa di stringere alleanza con altri paesi per trasmettere questo modello di ownership e aiutarli nello sviluppo sulla base della sua esperienza.


Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha descritto l’importanza della partnership e della condivisione di messaggi specifici con i diversi attori che ne entrano a far parte. I donor tradizionali devono restare legati ai loro impegni di aiuto. Le nazioni partner devono invece stabilire le loro priorità di sviluppo e costruire le loro specificità. Le economie emergenti devono sollevarsi e partecipare agli impegni internazionali per la riduzione della povertà. E il settore privato deve mettere in campo le sue capacità e dinamismo con gli attori in via di sviluppo.


Il presidente della Repubblica del Rwanda Paul Kagame ha descritto come l’uso di sistemi e strutture statali rafforza le capacità dello stato di gestire le proprie risorse autonomamente ed è il miglior modo per rendicontare la spesa di quelle risorse ai cittadini.

La regina di Giordania Rania Al Abdullah ha dato un volto umano all’importanza delle questioni legate allo sviluppo, descrivendo difficoltà e malattie affrontate dalle persone che vivono in povertà. L’ineguaglianza, ha dichiarato, sta crescendo – il 20% della popolazione mondiale gestisce l’1-2% del reddito globale. Questa ineguaglianza che colpisce maggiormente le possibilità economiche per i giovani, alimenta eventi come quelli succedutisi, da piazza Tahrir a Occupy Wall Street. Poi facendo eco a Robert Zoellick, Presidente della banca mondiale, “Lo sviluppo deve essere democratizzato” come unica strada per una crescita equa”.


Tony Tujan di Better Aid, voce espressione della società civile nella commissione, ha ribadito l’importanza della difesa dei diritti umani attraverso la difesa della delega alla società civile di promuovere i bisogni dei poveri.   
L’evento si è concluso con l’intervento del Segretario di Stato degli Stati Uniti, Hillary Clinton che ha descritto il cambiamento del panorama economico mondiale e la necessità di adattare le politiche di aiuto a questa realtà. Risorse domestiche, rimesse e flusso di capitali rendono il flusso degli aiuti una fonte di finanziamento molto meno significativa. L’aiuto deve ora agire da catalizzatore di investimenti sostenibili.

Tariq Ahmad, Research Associate, Oxfam America

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