“Il 21% delle specie d’acqua dolce – tra pesci, molluschi, gamberi, libellule e determinate piante acquatiche – dell’Africa continentale è a rischio di estinzione, con conseguenze devastanti per milioni di persone per le quali la pesca rappresenta la principale fonte di sostentamento”. E’ un estratto del rapporto presentato il 2 settembre dall’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (Iucn), che ha incaricato duecento scienziati di valutare per cinque anni la situazione di 5.167 specie animali e vegetali che popolano laghi e fiumi africani emergono dati allarmanti: il danno è provocato dall’intervento dell’uomo: agricoltura, prelievo di acqua, dighe e introduzione di specie estranee ai singoli habitat locali.
La perdita di una singola specie può avere un impatto catastrofico sull’esistenza di una comunità. Nel lago Malawi, ad esempio, un gruppo di pesci chiamati “chambo” costituisce per la popolazione locale una fonte importantissima di cibo. La Oreochromis karongae, invece, è specie ormai a rischio di estinzione perché è stata oggetto di un prelievo sconsiderato che negli ultimi dieci anni ha portato a una riduzione del 70% della popolazione ittica.
Nel lago Vittoria, infine, il declino della qualità dell’acqua e l’introduzione del gigantesco persico del Nilo (Lates niloticus) negli ultimi trent’anni ha causato la scomparsa di molte specie indigene.
L’allarme dell’Iucn insiste sul fatto che intorno ai grandi laghi africani il pesce è la principale fonte di proteine e che l’esistenza di almeno sette milioni e mezzo di persone nell’Africa sub-sahariana dipende dalla pesca. E non solo dal pesce: molluschi, gamberi e piante acquatiche fanno tutti parte della dieta quotidiana delle popolazioni e contribuiscono al mantenimento di un ecosistema vitale.
Fonte: http://www.iucn.org/media/materials/releases/?5898/African-freshwater-species-threatened—livelihoods-at-stake