Gli armamenti forniti a Israele hanno un ruolo cruciale da sempre nella questione israelo palestinese. Dal 7 ottobre 2023 la questione è diventata ancora più evidente e ha messo in luce come il supporto internazionale abbia diversi attori coinvolti e gravi implicazioni. Vediamo cosa succede.
Quanto è potente militarmente Israele?
Israele dispone di forze armate altamente tecnologiche e ben addestrate. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) contano circa 170.000 effettivi e 445.000 riservisti. L’arsenale include carri armati Merkava, aerei da combattimento F-35, F-15 e F-16, droni avanzati e missili balistici Jericho. Israele mantiene una politica di “ambiguità strategica” riguardo al possesso di armi nucleari, ma si stima che possieda almeno 80 testate.
Il sistema di difesa israeliano: come funziona Iron Dome?
Iron Dome è un sistema di difesa antimissilistico sviluppato da Rafael Advanced Defense Systems e Israel Aerospace Industries. Composto da radar, centri di controllo e lanciatori mobili, è progettato per intercettare razzi e colpi di mortaio a corto raggio. Il radar rileva i razzi in arrivo, il centro di controllo calcola la traiettoria e, se il razzo minaccia aree popolate, viene lanciato un missile intercettore Tamir per neutralizzarlo. Ogni batteria può coprire un’area di circa 150 km² e gestire fino a sei minacce simultanee. Il sistema è operativo dal 2011 e ha dimostrato un’efficacia superiore al 90% nell’intercettare minacce dirette a zone abitate.

Che armamenti possiede Israele?
Oltre ai sistemi di difesa come l’Iron Dome, Israele possiede una vasta gamma di armamenti:
- Carri armati: Merkava di produzione nazionale.
- Aerei da combattimento: F-35, F-15, F-16.
- Droni: prodotti da Israel Aerospace Industries.
- Missili balistici: serie Jericho.
- Armi leggere: mitragliatrici UZI, fucili d’assalto M16.
Israele è anche un importante esportatore di armi, con aziende come Israel Aerospace Industries, Elbit Systems e Rafael Advanced Defense Systems.
Chi fornisce gli armamenti a Israele?
Secondo i dati del SIPRI, Stockholm International Peace Research Institute, tra il 2019 e il 2023, oltre il 95% delle armi acquistate da Israele proviene da Stati Uniti e Germania. Gli Stati Uniti sono il principale fornitore, con il 69% delle esportazioni, seguiti dalla Germania con il 30%. L’Italia si posiziona al terzo posto, con una quota dello 0,9%.

Le conseguenze degli armamenti ad Israele
L’uso intensivo di armamenti in conflitti come quello nella Striscia di Gaza ha avuto conseguenze devastanti per la popolazione civile. Secondo il Ministero della Sanità palestinese, oltre 50.500 persone sono morte, di cui il 70% donne e bambini. Oltre 114.000 sono i feriti, e circa 1,9 milioni di persone sono state sfollate.
La risposta di Oxfam: stop agli armamenti
Abbiamo lanciato un appello per fermare l’invio di armamenti a Israele perché tali forniture possono contribuire a violazioni del diritto internazionale umanitario. Oxfam ha avviato una petizione per chiedere ai governi di interrompere le esportazioni di armi e garantire il rispetto dei diritti umani. Il ruolo degli armamenti forniti a Israele è centrale nella dinamica del conflitto in Medio Oriente. Mentre Israele mantiene una posizione di superiorità militare, le conseguenze umanitarie delle operazioni belliche sollevano interrogativi sulle responsabilità internazionali e sull’urgenza di promuovere soluzioni pacifiche e rispettose dei diritti umani. Il tema resta centrale considerando che, al momento in cui si scrive – inizio maggio 2025 – Israele ha risposto all’attacco degli Houthi all’aeroporto di Tel Aviv con 50 bombe che hanno distrutto il porto di Hodeida, nello Yemen. Intanto, è stata approvata la preannunciata grande offensiva a Gaza contro Hamas, con una vera e propria “conquista della Striscia di Gaza”.