26 Ottobre 2016

Armonizzazione Fiscale nella UE – perno della lotta all’elusione delle corporation

 

Ieri sera la Commissione Europea ha presentato un nuovo pacchetto di misure volte a rendere più efficace il contrasto all’elusione fiscale delle multinazionali che operano nella UE. Il punto centrale del pacchetto è la proposta di armonizzazione della base imponibile per l’imposta sulle società in un’ Europa con 28 diversi sistemi fiscali nazionali.

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La proposta di una base imponibile comune e consolidata europea o CCCTB ( Common Consolidated Corporate Tax Base), che adesso dovranno discutere gli stati membri, è pensata sia come una norma anti-abuso, sia come un freno all’agguerrita concorrenza fiscale fra gli stati dell’Ue. Concorrenza che si manifesta oggi con scelte al ribasso sulle aliquote fiscali per gli utili societari nonchè mediante diverse definizioni nei Paesi UE degli utili d’impresa soggetti a tassazione.

“La proposta di un modello di tassazione unitaria per le multinazionali, insieme a misure sulla trasparenza fiscale d’impresa – come la rendicontazione pubblica paese per paese, gli interventi contro le pratiche fiscali dannose e un processo efficace di blacklisting europeo dei paradisi fiscali, si colloca nel solco delle misure di giustizia fiscale su cui insistiamo da tempo, auspicate anche dagli oltre 340.000 cittadini firmatari della nostra Basta Con I Paradisi Fiscali. Per questo ne sosteniamo lo spirito e l’impianto generale. dichiara la direttrice delle nostre Campagne, Elisa Bacciotti Il prezzo dell’elusione fiscale in UE, stimato in oltre 150 miliardi di euro all’anno, viene oggi pagato da tutti noi: incide sui bilanci degli Stati e ostacola il rilancio di politiche a sostegno delle fasce più vulnerabili della popolazione nazionale ed europea’.

 “Questo modello, che considera le società di un gruppo multinazionale non più come entità separate ai fini fiscali – calcolandone invece gli utili complessivi europei e apporzionandoli tra gli Stati Membri a seconda di dove l’impresa conduce le sue attività e realizza valore economico – elimina la possibilità di eludere il fisco sfruttando disallineamenti fiscali fra i diversi Paesi UE e abusando dei prezzi di trasferimento per transazioni infragruppo. – aggiunge Bacciotti – Per questo chiediamo al governo italiano di mantenere il sostegno alla misura annunciato oltre un anno fa dal Ministro Padoan in occasione di una audizione pubblica al Parlamento Europeo”

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 La proposta di armonizzazione della Commissione prefigura un approccio a due fasi con due direttive distinte – procedura che dovrebbe rendere più facile il raggiungimento di un consenso unanime fra gli Stati Membri, essenziale per l’adozione di un provvedimento in materia fiscale. A riguardo riteniamo che alcuni dettagli tecnici delle proposte nel pacchetto richiedano particolare attenzione. In particolare in merito alla prospettiva di prefigurare deduzioni per le imprese che si finanziano tramite nuove emissioni azionarie (ispirandosi verosimilmente al modello italiano sugli interessi nozionali) o di concedere deduzioni e super-deduzioni per le spese riconducibili a ricerca e sviluppo.

italia_image_922_full‘La proposta della Commissione va nella direzione della ricostruzione di un’Europa più politica, nella quale gli Stati Membri non si facciano concorrenza fiscale agguerrita per attrarre investimenti delle grandi corporation a discapito delle piccole e medie imprese nazionali che subiscono forti svantaggi competitivi, e dei cittadini contribuenti che pagano quotidianamente il prezzo degli abusi fiscali in termini di servizi pubblici sotto finanziati – conclude Bacciotti  – Questo è essenziale per combattere i mali del nostro tempo: l’assoluta povertà con numeri a rischio di aumento e l’estrema disuguaglianza che mette a repentaglio quanto finora fatto per ridare la speranza ai cittadini più poveri. L’ultima parola spetta, come sempre ai governi dei Paesi UE, che ci auguriamo agiscano nell’interesse collettivo dei cittadini europei’. 

 Note

La prima proposta di direttiva sulla CCCTB è stata presentata dalla Commissione UE nel 2011, ma non ha riscontrato consenso fra gli Stati membri, notoriamente sulla parte relativa al consolidamento fiscale europeo.

A fine Ottobre 2015 la Commissione Europea ha comunicato di ritirare de facto la direttiva del 2011 e di essere al lavoro per una nuova proposta legislativa relativa a una CCCTB vincolante da presentare nel 2016. Da inizio Ottobre 2016 a inizio Gennaio 2017 la Commissione ha tenuto aperta una consultazione pubblica (cui Oxfam ha partecipato) sulla prospettiva, tra l’altro, di un approccio a più fasi alla CCCTB.

Il pacchetto di misure presentato dalla Commissione il 25.10.2016 tiene conto dello stallo nelle discussioni sulla proposta del 2011 e definisce un cammino in due step (con due direttive ad hoc): nella prima fase si dovrebbe arrivare a un accordo sulla definizione di una CCTB (common corporate tax base) europea ovvero su un modo uniforme (per tutti i Paesi UE) di definire la base imponibile per l’imposta sulle società; nel secondo step  – che la Commissione vuol rendere vincolante per le multinazionali con fatturato annuo consolidato superiore ai 750 milioni di euro e che realizzano utili in più Stati membri dell’UE –  si passerebbe al consolidamento ovvero alla definizione di un’unica base imponibile europea apporzionata fra i Paesi UE interessati secondo una formula bilanciata che tenga conto della forza lavoro impiegata nonché del valore degli asset e delle vendite delle società nazionali di un gruppo che opera cross-border. Ogni Stato membro applicherebbe la propria aliquota fiscale nazionale alla porzione di base imponibile attribuitagli.

La proposta di una CCCTB europea gode da tempo del sostegno dell’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Prof. Vincenzo Visco, mentre la sua implementazione a due fasi ha ricevuto in data 22.09.2015 il supporto del Ministro Pier Carlo Padoan, in occasione di un’audizione pubblica alla commissione TAXE del Parlamento Europeo.

La CCCTB rappresenta un modello di tassazione unitaria delle multinazionali che si basa sul principio della single entity con le diverse società controllate di un gruppo multinazionale non più interpretate come entità separate ai fini fiscali. E’ una misura significativa contro il trasferimento artificiale infragruppo degli utili d’impresa, capace di depotenziare l’abuso del transfer pricing e il ricorso a regimi preferenziali da parte delle corporation.

La Commissione UE stima che la CCCTB porterebbe a una riduzione del profit shifiting in UE di circa il 70%. Le stime complessive sull’elusione in UE si attestano, secondo il recente studio Closing the European Tax Gap di R. Murphy realizzato per il gruppo S&D del Parlamento Europeo, intorno a 150 miliardi di euro all’anno. Il fenomeno BEPS (base erosion and profit shifting) delle corporation costa secondo l’OCSE agli erari di tutto il mondo fino a 240 miliardi di dollari all’anno di entrate erariali mancanti.

La proposta di CCCTB è sostenuta da oltre 340.000 cittadini, firmatari della petizione Basta con i paradisi fiscali di Oxfam, lanciata nel Gennaio 2016.

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