Buon anno!

Voglio ricordare questo 2014 con alcune immagini: piccole, grandi cose che ho avuto il privilegio di vivere in prima persona e che mi hanno emozionato.


Ho il ricordo dei volti e dei sorrisi dei tanti volontari che ogni giorno danno senza chiedere nulla in cambio.  Ci sono tanti modi per essere volontari.  Penso alla Sierra Leone e alla Liberia, dove centinaia di volontari girano le case delle comunità rurali per distribuire kit igienico sanitari e per dare informazioni su come prevenire l’Ebola.  Ci sono anche loro tra gli Ebola Fighters, persone dell’anno 2014 sulla copertina del Time. E senza il loro dare in modo disinteressato sarebbe impossibile raggiungere quel milione e centomila persone che è stato l’impegno di Oxfam in questo anno.


Sono i volti e i sorrisi dei nostri volontari universitari a Firenze che hanno organizzato un bellissimo incontro con Emma Bonino e Domenico Quirico.  Sono anche i volti e i sorrisi di quegli oltre 2.000 volontari grazie ai quali i nostri eventi nelle piazze italiane e i pacchi di tanti regali di Natale hanno aiutato le comunità con cui Oxfam lavora.


Ho avuto l’emozione di parlare a oltre 10 mila ragazzi presenti al Mandela Forum di Firenze anche quest’anno. È con questi ragazzi, con i loro insegnanti, con la Regione Toscana e i tanti enti locali che collaborano a questa iniziativa, che Oxfam lavora durante tutto l’anno scolastico per approfondire i temi dei diritti umani. Quest’anno è toccato all’alimentazione, al cibo; lo scorso anno ai rapporti di genere e ai diritti delle donne.  Se non investiamo nelle generazioni future, non vedremo alcun cambiamento.


Ho avuto il privilegio di visitare la Palestina, di incontrare tante comunità in Cisgiordania, alcuni giovani israeliani a Tel Aviv.  Difficile spiegare le emozioni di una situazione così difficile, con tante cicatrici ancora aperte.  L’incontro con i nostri colleghi di Gaza mi ha fatto realmente sentire orgoglioso di far parte di Oxfam. In tutti i due mesi del conflitto, non c’è mai stato un momento in cui abbiano smesso di assistere la popolazione in difficoltà.  Essere riusciti a fare questo correndo loro stessi molti rischi, spesso con le loro famiglie e le loro case, è stato straordinario. Sono 600 mila le persone che Oxfam ha raggiunto con aiuti durante la guerra e nei primi mesi dopo il cessate il fuoco. Oltre un terzo della popolazione di Gaza.


Leggo sui giornali di questi giorni che il 2014 è stato l’anno delle donne: la forza di Malala Yousafzai, Nobel per la Pace, per il diritto delle bambine all’istruzione; Maryan Mirzhakani, prima donna insignita delle Fields Medal per la matematica. In Italia abbiamo gli straordinari esempi dell’astronauta Samantha Cristoforetti e della scienziata Fabiola Giannotti.  Simboli importanti per un mondo in cui la strada da percorrere per i diritti delle donne è ancora molta.  Tanti simboli sono anche il segnale che qualcosa sta cambiando. Ci danno l’esempio da cui trarre forza.  Anche grazie alla nostra campagna Con le donne per vincere la fame, abbiamo raggiunto quest’anno 600 mila persone, di cui oltre 100 mila donne: storie quotidiane di cambiamenti raggiunti con e per le donne, anche piccoli, ma di grandissima importanza. Aumentare del 20% il reddito familiare nelle comunità dell’Ecuador significa più istruzione, più salute, più cibo per le donne e per le famiglie.  Significa più dignità.  Storie (stra)ordinarie di donne raccontate da sei scrittrici italiane nello speciale “Sei scrittrici mille voci” di Io Donna di agosto.


Ho spesso parlato negli ultimi mesi del potere di tanti di noi nelle nostre scelte quotidiane di consumo. Della nostra campagna Scopri il Marchio: 700 mila firme on line, lettere, richieste di singoli cittadini alle multinazionali del cibo. Che cosa chiediamo? Di comportarsi responsabilmente rispetto ai milioni di contadine e contadini che producono il cibo ma che, per assurdo, soffrono la fame.  Di non voltarsi dall’altra parte! E sono proprio contento di raccontare i primi successi della campagna.  Mars, Mondelez, Nestlé che nella filiera del cacao s’impegnano al rispetto dei diritti delle donne produttrici. Controllano il 30% del mercato del cacao, coltura a grande impiego di manodopera femminile.  Il loro cambiamento ha un potenziale d’impatto sulla riduzione della povertà enorme. Coca Cola e Pepsi Cola s’impegnano alla tolleranza zero al landgrabbing sulle forniture di zucchero.  Senza la voce di tanti tutto questo non sarebbe stato possibile.  Oxfam ha condotto e continuerà a condurre analisi e studi indipendenti, dialogando con le aziende e mettendo questi studi a disposizione di tutti.


È con questi ricordi, con questi volti, che vi auguro di iniziare il nuovo anno. Ricordi che danno forza e che rappresentano i principali impegni per il futuro.  A Oxfam auguro di avere sempre più sostenitori.  Per il nostro lavoro, per dare voce alle comunità, abbiamo bisogno di essere indipendenti. A questo servono le donazioni, anche piccole. Ma abbiamo bisogno anche di energie, impegno e sostegno sempre crescente: di volontari, attivisti, partner, ambasciatori delle nostre iniziative, per dare voce e diritti a chi non ce l’ha, per salvare vite e ricostruirle. Continuate a seguirci, spargete la voce ai vostri amici e familiari. L’augurio per il 2015 è che il prossimo anno ognuno, nel proprio piccolo, si volti sempre meno dall’altra parte.


Roberto Barbieri, Direttore generale di Oxfam Italia

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