6 Ottobre 2025

Cosa succede e come si vive in Cisgiordania

 

In questi oltre 2 anni di conflitto a Gaza rivelatosi presto un genocidio, anche la Cisgiordania è tornata al centro dell’attenzione internazionale. Anche in Cisgiordania, infatti, si consuma una crisi senza precedenti: migliaia di sfollati, aggressioni crescenti, terre confiscate e aiuti umanitari bloccati. Questo territorio, formalmente parte dei cosiddetti Territori Occupati Palestinesi, è in atto un’escalation di violenza alimentata dall’espansione degli insediamenti israeliani e dal rafforzamento del controllo militare. Ma cos’è esattamente la Cisgiordania? Chi la governa? E perché è considerata uno dei nodi più critici del conflitto israelo-palestinese? In questo articolo riprendiamo l’origine del conflitto, la situazione attuale e l’azione di Oxfam in risposta all’emergenza.

L'amministrazione civile israeliana, scortata dai soldati, smantella e confisca 5 tende e rifugi per animali della comunità di pastori beduini di Wadi al-Ahmar, nella valle centrale del Giordano. Crediti: Karen Manor / Activestills
L’amministrazione civile israeliana, scortata dai soldati, smantella e confisca 5 tende e rifugi per animali della comunità di pastori beduini di Wadi al-Ahmar, nella valle centrale del Giordano. Crediti: Karen Manor / Activestills

Cosa è e a chi appartiene la Cisgiordania

La Cisgiordania è un territorio situato a ovest del fiume Giordano. Abitata da circa 3 milioni di palestinesi, fa parte dei Territori Palestinesi Occupati insieme a Gaza e Gerusalemme Est. Dopo la guerra del 1967, Israele ha occupato militarmente l’area e ancora oggi ne controlla buona parte, nonostante le risoluzioni ONU ne riconoscano l’illegalità dell’occupazione. Secondo gli Accordi di Oslo (1993), la Cisgiordania è suddivisa in tre aree:

  • A (sotto controllo palestinese),
  • B (controllo condiviso),
  • C (controllo israeliano diretto).
    Quest’ultima rappresenta circa il 60% del territorio ed è quella dove si concentrano insediamenti israeliani illegali, restrizioni militari e confische di terre.

Perché la Striscia di Gaza è separata dalla Cisgiordania?

Sebbene facciano entrambe parte dei Territori Palestinesi, Cisgiordania e Gaza sono oggi divise sia geograficamente che politicamente. Dopo la vittoria di Hamas alle elezioni del 2006 e gli scontri interni del 2007, Gaza è passata sotto il controllo di Hamas, mentre la Cisgiordania è rimasta sotto l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), dominata da Fatah. Il blocco israeliano su Gaza, con il sostegno dell’Egitto, impedisce ogni collegamento fisico, amministrativo e politico tra le due aree, aggravando la crisi umanitaria e limitando ogni possibilità di coordinamento interno.

Palestinesi in fila al checkpoint 300 vicino alla città di Betlemme. Alcuni giovani scavalcano le recinzioni per superare la fila. Questo checkpoint è uno dei più trafficati della Cisgiordania. Crediti: Lorenzo Tugnoli/ Oxfam/ Contrasto
Palestinesi in fila al checkpoint 300 vicino alla città di Betlemme. Alcuni giovani scavalcano le recinzioni per superare la fila. Questo checkpoint è uno dei più trafficati della Cisgiordania. Crediti: Lorenzo Tugnoli/ Oxfam/ Contrasto

La Cisgiordania e Gaza sono la Palestina?

La Cisgiordania, la Striscia di Gaza e Gerusalemme Est costituiscono i territori riconosciuti a livello internazionale come parte dello Stato di Palestina, sebbene quest’ultimo non sia pienamente sovrano a causa dell’occupazione israeliana. L’attuale divisione politica e territoriale tra Gaza e Cisgiordania rappresenta uno dei principali ostacoli alla formazione di uno Stato palestinese unificato. Inoltre, per molto tempo è mancato un ampio riconoscimento globale dello Stato di Palestina. Solo a ottobre 2025 la comunità internazionale ha fatto dei passi in avanti nel riconoscimento dello Stato di Palestina: al momento in cui si scrive, mancano all’appello solo Italia, Germania e Giappone. Il riconoscimento ufficiale risulta solo un atto formale in un contesto di mancato intervento rispetto alle gravi violazioni del diritto internazionale perpetrate da parte di Israele. In questo video, Francesca Albanese parla del riconoscimento della Palestina e anche dell’annessione della Cisgiordania e ricorda come la Corte di Giustizia Internazionale abbia dichiarato che Israele deve offrire riparazioni alle azioni commesse in 57 anni ai danni dei Palestinesi.

Perché si parla di “Territori Occupati Palestinesi”?

L’espressione “Territori Occupati Palestinesi” si riferisce alla condizione giuridica di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est, secondo il diritto internazionale. Dal 1967, Israele esercita un controllo militare diretto su questi territori, occupazione considerata illegale dalle Nazioni Unite. Le misure adottate da Israele (espropri di terre, costruzione di insediamenti, demolizione di case, restrizioni alla libertà di movimento) rientrano nelle pratiche di un’occupazione militare. Oxfam e altre organizzazioni documentano violazioni quotidiane dei diritti umani in queste aree.

Cosa fa Oxfam in Cisgiordania

Oxfam è attiva in Cisgiordania da molti anni e il suo intervento si è intensificato dopo l’escalation di gennaio 2025. Dopo il cessate il fuoco a Gaza, l’esercito israeliano ha avviato operazioni militari anche in Cisgiordania, causando il più esteso sfollamento forzato dal 1967: oltre 40.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni. Oxfam ha risposto con:

  • Distribuzione di oltre 6.000 m³ d’acqua nel campo profughi di Jenin tramite autobotti.
  • Installazione di cisterne familiari e riparazioni delle infrastrutture idriche a Tulkarem.
  • Supporto economico a oltre 300 famiglie vulnerabili per ricostruire le proprie vite.
  • Sostegno a oltre 400 allevatori con farmaci veterinari nelle aree rurali.
  • Distribuzione di attrezzature a circa 100 piccole imprese locali per garantire la continuità produttiva.
  • Supporto psicosociale a donne e bambini e installazione di infrastrutture protettive in case e scuole.

Tutto ciò avviene in un contesto estremamente complesso: oltre 800 posti di blocco rallentano o bloccano gli aiuti, mentre l’esercito israeliano e i coloni attaccano sistematicamente gli agricoltori, gli operatori umanitari e le strutture civili. Noi continuiamo a denunciare pubblicamente queste violazioni e chiedere alla comunità internazionale un impegno concreto per fermare il genocidio a Gaza e l’occupazione in Cisgiordania.

Anche tu puoi contribuire a proteggere la popolazione civile dei Territori Occupati Palestinesi tutti sostenendo l’operato di Oxfam con una piccola donazione.

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