Gaza sta vivendo un incubo senza fine. A più di sette settimane dall’inizio dell’ennesimo assedio imposto da Israele, le condizioni umanitarie nella Striscia sono drammatiche: non entrano più aiuti, le scorte si stanno esaurendo, e oltre 500.000 persone sono in fuga, in cerca di salvezza in aree già sovraffollate e prive di servizi essenziali.

Il 70% della Striscia evacuato: nessun luogo è sicuro
Dal 18 marzo 2025, l’esercito israeliano ha imposto ordini di evacuazione che hanno coinvolto il 70% del territorio di Gaza. La popolazione è sottoposta a uno sfollamento forzato verso zone insicure e inadeguate ad accogliere chi fugge dai bombardamenti.
“In questo momento la popolazione di Gaza è terrorizzata e non sa più dove poter fuggire per mettersi in salvo. – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Dalla ripresa degli attacchi israeliani, lo scorso 18 marzo, ormai il 70% della Striscia è sottoposta a ordini di sfollamento o è stata resa inaccessibile dalle forze israeliane. Una situazione che sta costringendo centinaia di migliaia di persone, a rifugiarsi in aree prive di qualsiasi servizio essenziale e dove comunque non saranno al sicuro”.
Stop agli aiuti dal 2 marzo: Gaza isolata dal mondo
Oltre allo sfollamento, Oxfam denuncia il blocco totale degli aiuti umanitari. Dal 2 marzo Israele non consente più l’ingresso di forniture essenziali per la sopravvivenza della popolazione: niente acqua, cibo, medicinali o carburante. Una decisione che ha paralizzato completamente l’attività delle organizzazioni umanitarie.
Oxfam e i partner con cui collabora non hanno potuto contare su alcun rifornimento di aiuti e con l’aumentare dei bisogni stanno esaurendo tutto. A Gaza City, ad esempio, stanno finendo le riserve di acqua pulita da cui dipende la sopravvivenza di tanti sfollati.
Molte organizzazioni sono state costrette a sospendere le operazioni, anche a causa delle restrizioni agli spostamenti imposte dalle forze israeliane. La situazione sul campo è sempre più critica, con strade distrutte e interi quartieri isolati, rendendo impossibile l’accesso alle persone più vulnerabili.
Testimonianze dal campo: “Ogni giorno è un inferno”
Le testimonianze dello staff di Oxfam a Gaza descrivono un contesto fatto di paura, distruzione e disperazione, in cui la sopravvivenza quotidiana è una sfida.
“Ogni giorno c’è chi invoca aiuto perché rimasto intrappolato sotto gli edifici crollati – racconta un membro dello staff di Oxfam a Gaza – chi fugge per mettersi in salvo sapendo che ovunque ormai si rischia la vita, chi cerca invano di chiamare le ambulanze che non potranno arrivare perché gran parte delle strade sono distrutte, chi racconta l’incubo delle nuove ‘bombe silenziose’ che non danno nemmeno il tempo di scappare. In tanti poi non hanno più nulla da mangiare e non possono comprarlo perché i prezzi sono aumentati di sei volte, altri sono costretti a bruciare legna o a volte plastica per cucinare qualcosa per la propria famiglia, a causa del taglio delle forniture di elettricità”.
Un’altra operatrice Oxfam racconta l’angoscia provata nel dover abbandonare casa sotto il fuoco:
“La notte in cui abbiamo ricevuto il primo ordine di evacuazione abbiamo aspettato la fine degli spari per partire. – aggiunge un’altra operatrice di Oxfam, costretta a fuggire da Rafah nei giorni della fine del Ramadan, sotto il fuoco dei bombardamenti che hanno colpito anche casa sua – Di corsa siamo saliti in 9 in una piccola auto, mentre mio fratello è stato costretto a restare indietro. Ero paralizzata dalla paura, come i miei bambini che piangevano terrorizzati. Ovunque c’erano persone disperate che non sapevano dove andare, mentre i carri armati attraversavano il quartiere. Solo dopo pochi giorni ci è stato ordinato di fuggire di nuovo dal posto dove ci eravamo rifugiati per andare in un’altra zona”.

“Evacuazioni improvvise, fame e disperazione”: l’appello urgente di Oxfam
Oxfam rivolge un appello forte e urgente a Israele e alla comunità internazionale affinché si metta fine all’assedio e si garantisca l’accesso umanitario immediato, oltre a uno stop al conflitto e alla cessazione della fornitura di armi.
“Assistiamo ogni giorno a massacri, disperazione ed evacuazioni di massa che vengono ordinate con pochissimo preavviso, mentre i bisogni umanitari crescono di pari passo col numero di sfollati. – aggiunge Pezzati – Gran parte della popolazione è alla fame e centinaia di migliaia di persone stanno rimanendo senz’acqua, per la mancanza dell’elettricità necessaria a tenere in funzione le poche infrastrutture idriche rimaste. Per questo lanciamo un appello urgente perché Israele ponga fine al più presto all’assedio su Gaza, sbloccando l’ingresso degli aiuti umanitari. Chiediamo inoltre che venga messo in campo ogni sforzo diplomatico necessario a raggiungere un nuovo cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi detenuti illegalmente. È infine cruciale che venga interrotta ogni fornitura di armamenti a Israele da parte della comunità internazionale, che rischia di rendersi complice dei crimini di guerra e contro l’umanità commessi”.
L’appello di Oxfam: “Serve un cessate il fuoco e la riapertura degli aiuti”
Fermare questa tragedia è una responsabilità di tutti e tutte noi.
Bambini, donne e uomini vulnerabili stanno pagando il prezzo più alto e non possono più aspettare. Unisciti a migliaia di persone e chiedi ora un cessate il fuoco permanente a Gaza e in tutta la regione.