Roma, 21 aprile 2020_ Grazie all’adesione di oltre 20 mila consumatori che hanno chiesto a Coop, Conad, Esselunga, Gruppo Selex e Eurospin di adottare misure a difesa dei diritti umani di chi coltiva il nostro cibo e maggiore trasparenza, quasi tutti i maggiori gruppi della GDO italiana hanno compiuto alcuni passi in avanti, dimostrando che la voce dei consumatori è importante per convincere le aziende a cambiare le proprie politiche.
Questo il bilancio a un anno dal lancio della campagna di Oxfam Al Giusto prezzo, in un nuovo rapporto e in una nuova pagella, rispetto al modo in cui la GDO tratta quattro temi chiave – trasparenza e accountability, diritti dei produttori di piccola scala, diritti dei lavoratori agricoli, diritti delle donne – all’interno della propria filiera di approvvigionamento agricolo.
Regolarizzare gli ‘invisibili’
Apprezzando i risultati conseguiti da parte di alcune aziende, Oxfam chiede oggi, in un contesto segnato dall’emergenza coronavirus, un maggiore sforzo della GDO per garantire condizioni di vita e di lavoro dignitose, per migliaia di braccianti e operai agricoli che operano per rifornire ogni giorno i loro scaffali, a partire dallo schierarsi in favore della regolarizzazione dei lavoratori stranieri senza documenti, presenti nel nostro territorio.
“A un anno dal lancio della campagna Al Giusto Prezzo, osserviamo con piacere che molti gruppi della GDO italiana hanno iniziato ad ascoltare le migliaia di consumatori che hanno chiesto loro maggiore impegno sulla tutela dei diritti umani. – ha detto Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia – In questi giorni, nei quali la GDO italiana sta svolgendo un lavoro enorme e prezioso per assicurare l’approvvigionamento di beni alimentari, sostenendo il sistema Italia e i cittadini maggiormente in difficoltà, chiediamo loro un ulteriore impegno per assicurare diritti e dignità a chi contribuisce a produrre cibo nel nostro paese. Questa crisi ci insegna che nessuno è al sicuro se non lo siamo tutti. E per tanti lavoratori agricoli, costretti a vivere in luoghi insalubri e fatiscenti e ad accettare condizioni di lavoro ai limiti dello sfruttamento, il rischio di veder peggiorate le proprie condizioni è molto alto”.