16 Settembre 2022

Elezioni, l’analisi delle proposte: immigrazione e asilo

 

elezioni_analisi delle proposte su immigrazione e asilo

Continua la nostra analisi delle proposte elettorali. Questa volta parliamo di immigrazione e asilo. Un tema da sempre divisivo, specie sotto elezioni, ma che mette in gioco i diritti di tanti

di Giulia Capitani, Migration Policy advisor Oxfam Italia

L’immigrazione, tema divisivo per eccellenza, trova spazio nei programmi elettorali. Al di là di facili strumentalizzazioni, si tratta ancora una volta di un argomento cruciale per comprendere la visione complessiva che le forze politiche hanno della società, dell’economia, del welfare. In una parola del futuro. 

Che cosa propongono dunque i partiti, in vista delle elezioni, in materia di immigrazione, asilo e diritto di cittadinanza?

Le politiche di ingresso in vista delle elezioni: chi entra, chi no, e come

Da tempo, come Oxfam e come Campagna Ero Straniero, chiediamo una profonda riforma della normativa sugli ingressi per lavoro. Il “Decreto Flussi” infatti si è dimostrato fallimentare sia nella sua impostazione teorica, che nella sua attuazione.

La coalizione di centrodestra riafferma invece la centralità di tale sistema. Ribadendo il proprio sostegno alla legge Bossi-Fini, che negli ultimi 20 anni ha nettamente contribuito all’aumento dell’irregolarità. La Lega sul punto si spinge fino a precisare che il prossimo decreto sarà “ridotto nei numeri”, “attento ai bisogni del mercato del lavoro,” e consentirà di avere “solo un’immigrazione a tempo”.

Equilibrismi poco riusciti, a meno di 10 giorni dalle elezioni,  tra la base del partito e le proteste degli imprenditori e non solo, che lamentano sempre di più la mancanza di manodopera. La coalizione di centrosinistra si muove su un altro asse. Proponendo l’abolizione della Bossi-Fini e nuove norme per regolare gli ingressi per lavoro. Posizione che riprende esplicitamente le posizioni del Terzo Settore, così come il Terzo Polo.

La gestione delle richieste di protezione internazionale

Altro tema che contrappone gli schieramenti in modo manicheo riguarda la gestione delle richieste di protezione internazionale, verso i migranti diretti in Italia e in Europa. Il centrodestra propone una serie di misure di fatto illegittime, che trovano però corrispondenza nelle più recenti politiche europee. Si va dal blocco degli sbarchi, alla valutazione delle domande di protezione nei paesi di transito, al rafforzamento della cooperazione con la Libia. Insomma tutto quanto necessario per potenziare i respingimenti e per impedire l’accesso dei richiedenti asilo in Italia. I partiti di centrosinistra e il Terzo Polo sostengono al contrario le attività di soccorso in mare e i corridoi umanitari. Chiedono il superamento del Trattato di Dublino, o, più genericamente, un meccanismo di redistribuzione tra paesi europei.

Sull’accordo in vigore tra Italia e Libia per il respingimento dei migranti, le posizioni del centrosinistra sfumano infine dalla “revisione” alla “cancellazione”. Cosa che Oxfam chiede da tempo. A fronte di un testo mai ratificato dal Parlamento e che negli anni ha consentito una costante e gravissima violazione dei diritti umani, come ampiamente documentato da organizzazioni internazionali e media.

Le politiche di inclusione e la promozione del soggiorno regolare

I partiti di centrodestra promuovono nel loro programma l’integrazione dei migranti regolari, svelando però contraddizioni lampanti. I programmi infatti sono costruiti sulla contrapposizione netta, quasi ontologica, tra migranti regolari e migranti irregolari. Vengono formulate proposte diverse – con linguaggi radicalmente diversi – per le due categorie. Come se si trattasse di condizioni naturali, innate: i migranti regolari dentro, integrabili, gli altri fuori.  Un’impostazione che si pone radicalmente fuori dalla nostra visione. I migranti non sono intrinsecamente regolari o irregolari: sono le politiche a renderli tali, e le politiche sono modificabili attraverso le scelte dei governi.

Entrando poi nel merito delle proposte del centrodestra, si parla di reintrodurre i “Decreti Sicurezza”. Cosa che mal si concilia con le politiche di inclusione, perché torna a ostacolare rilascio, rinnovo e conversione dei permessi di soggiorno, anche in presenza di un lavoro regolare. La Lega si dice contro le sanatorie, dimenticando però di averne promosse due mentre era al Governo (nel 2002 e nel 2009) e dimostrando così di non avere interesse ad aumentare il numero di migranti regolari. Vale la pena di citare, poi, una previsione molto specifica del programma di Fratelli d’Italia: l’obbligo di fideiussione bancaria, a garanzia del pagamento delle tasse, per i soli stranieri che vogliono fare impresa in Italia. Nel paese in cui oltre il 10% delle PMI sono gestite da imprenditori stranieri. Una misura che ha un evidente carattere discriminatorio e non va incontro né al buon senso, né alla retorica dell’integrazione dei migranti “buoni”.

I programmi di centrosinistra sono piuttosto lacunosi sul punto, a esclusione dell’alleanza tra Verdi e Sinistra che entra nel merito di alcune questioni (residenza, iscrizione ai centri per l’impiego), e di +Europa, che spinge per la possibilità di regolarizzazione per i migranti già presenti in Italia. Questa posizione è fatta propria anche dal Terzo Polo.

Pochissime le idee di miglioramento del sistema di accoglienza

Di sistema di accoglienza per richiedenti asilo e titolari di protezione si parla pochissimo nei programmi in vista delle elezioni. Sulla falsariga del rilancio tra il Pd, che riprende le posizioni del Terzo Settore promuovendo un modello di accoglienza diffusa basato sui piccoli centri (curiosamente definito “nuovo”); e la Lega, che rivendica quanto attuato con i Decreti Sicurezza e ripropone agli elettori il tema dei costi dell’accoglienza.

La riforma della legge sulla cittadinanza alla prova delle elezioni

Sul punto specifico della riforma della legge 91/1992, doverosa soprattutto per quanto riguarda i ragazzi nati in Italia o arrivati da piccoli, i programmi dei partiti si limitano a posizionarsi rispetto alla proposta di riforma dello Ius Scholae. Un no secco da parte della Lega (FdI non si esprime, e nulla si trova nel programma di coalizione), sì di tutte le altre principali parti politiche (coalizione di centrosinistra, Movimento 5 stelle, Terzo Polo).

“La lotta al lavoro povero alla prova del voto” – Leggi l’analisi del nostro policy advisor Mickhail Maslennikov

“La lente della giustizia fiscale sui programmi elettorali” –  Leggi l’analisi del nostro policy advisor Mikhail Maslennikov

“COOPERAZIONE E AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO NEI PROGRAMMI ELETTORALI” – LEGGI L’ANALISI DEL NOSTRO POLICY ADVISOR FRANCESCO PETRELLI

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