6 Dicembre 2012

Gaza, andare oltre il cessate il fuoco per rompere il ciclo di violenza

 
Gli effetti dei bombardamenti su Gaza nel 2009
Gaza nel 2009

In una nota informativa intitolata Oltre il cessate il fuoco: mettere fine al blocco di Gaza, Oxfam propone misure concrete e specifiche alla comunità internazionale e al governo di Israele per rimuovere finalmente il blocco che dura da cinque anni e ha devastato il settore agricolo e della pesca a Gaza, riducendo di circa il 60% le attività economiche con un costo di miliardi di euro per il commercio, e riducendo l’80% della popolazione di Gaza a un’insostenibile dipendenza dall’aiuto umanitario.


La comunità internazionale non può più accettare l’anomalia del blocco come un fatto naturale a Gaza. Le negoziazioni attuali tra Hamas e il governo di Israele sono un’opportunità senza precedenti. La gente di Gaza ha bisogno di più del cessate il fuoco, ha bisogno che sia definitivamente cancellato il blocco”, dichiara Nishant Pandey, responsabile di Oxfam per i Territori Occupati Palestinesi e Israele.
Negli ultimi cinque anni Oxfam ha lavorato per migliorare le condizioni di vita dei palestinesi a Gaza, ma fin quando c’è il blocco non possiamo far altro che usare un secchio per salvare una nave che affonda”, dichiara Martin Hartberg, consigliere di Oxfam per i Territori Occupati Palestinesi e Israele.

“Spetta agli israeliani, ai palestinesi e ai leader mondali realizzare i cambiamenti permanenti di cui la popolazione ha bisogno. Oltre ad una completa cessazione della violenza da entrambe le parti, è indispensabile concedere ai palestinesi di Gaza la possibilità di muoversi in sicurezza tra Gaza e Cisgiordania, costruire reti commerciali e ridurre la dipendenza dall’aiuto internazionale. Fino a quando i palestinesi di Gaza rimangono isolati, le prospettive di pace tra israeliani e palestinesi restano lontane e le opportunità di ripresa economica per Gaza ancora più remote.”

Nel documento diffuso oggi, Oxfam invita i leader mondiali a fare pressione sul Governo di Israele perché metta subito fine all’imposizione, tramite la forza delle armi, della zona cuscinetto di terra e di mare, trovando mezzi alternativi per proteggere i suoi confini con Gaza, che non danneggino i civili. Oxfam chiede inoltre di schierare una forza internazionale di controllo con il mandato di monitorare e rendere sicura l’apertura di tutti i valichi, incluso quello di Rafah, e i tunnel, in linea con il diritto internazionale. E’ anche urgente sostenere la ricostruzione del terminal per cargo di Karni e aprire  un nuovo porto marittimo, assicurando che i beni commerciali escano ed entrino liberamente da Gaza. E’ infine necessario fare pressione sul governo di Israele per facilitare il libero movimento delle persone tra Gaza e la Cisgiordania aprendo nuovi corridoi di transito.

Per informazioni
In Italia: Mariateresa Alvino, Cell: 348.9803541 email: [email protected]
In Medio Oriente: Willow Heske, Oxfam Media Lead per il Territorio Occupato Palestinese e Israele, +972 (0) 59-713-3646; +972 (0) 54-639-5002; [email protected]
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