Credo sia stato Dio a guidarmi in quel momento. Ho coperto gli occhi delle mie figlie con le mani per cercare di proteggerle. Ho preso la mano della mia figlia maggiore, che ha sette anni, mentre tenevo la più piccola in braccio, scalza nel mezzo di quel disastro.
Siham, ha 33 anni e il 23 settembre 2024 è stata costretta a fuggire con suo marito e le sue figlie quando dei missili hanno colpito la sua casa.
Nel salvare le sue figlie, Siham è rimasta ferita: ha riportato ferite alle mani, al collo e agli occhi. Sta ricevendo assistenza medica a Tripoli, nel Libano settentrionale, dove ha trovato riparo in un rifugio collettivo.
Gli attacchi aerei israeliani continuano a intensificarsi e a colpire molte aree in tutto il Libano. Aree residenziali, civili e infrastrutture civili sono obiettivi quotidiani. Intere aree nel Libano meridionale e nella regione della Bekaa sono state rase al suolo.
Sentivo i piedi bruciare, come se camminassi su qualcosa di rovente. Non so se ci fossero frammenti di vetro o pezzi di missile. La mia bambina continuava a dirmi: “Mamma, non riesco a respirare.” In quel momento, tutto era buio; vedevo solo il volto di mia figlia che diceva, “Mamma, non voglio morire”.
I RIFUGI SONO L’UNICO LUOGO SICURO
Sono profondamente grata a Dio; è un miracolo se oggi posso ancora stringere le mie figlie tra le braccia. Chiunque vedesse la mia casa, ridotta in macerie, penserebbe che non avremmo mai potuto uscirne vive.
Secondo l’ONU, il 25% dei territori libanesi è sotto ordine di evacuazione. 1,4 milioni di persone sono state sfollate forzatamente in tutto il paese. Il 23 ottobre, ampie porzioni della città densamente popolata di Tiro sono state sottoposte a un ordine di sfollamento forzato. Per tutto il giorno, gli attacchi israeliani hanno raso al suolo intere aree della città. Il 5 novembre, un attacco israeliano ha colpito un edificio residenziale nella città di Barja sul Monte Libano, questo ospita il maggior numero di sfollati interni (IDP) di tutti i governatorati libanesi con il 37% di tutti gli sfollati nei rifugi.
È una situazione ormai allo stremo, ma è l’unico modo, l’unica di via fuga e di salvezza per far ritrovare e riconoscere a ognuno di questi innocenti la parola pace.
I rifugi sono l’unico luogo dove possono sentirsi di nuovo al sicuro.
Non potrò mai dimenticare quei momenti. Ogni volta che appoggio la testa sul cuscino, mi tornano alla mente flash di quegli istanti.
IN PERICOLO ANCHE L’AIUTO SANITARIO E UMANITARIO
Il settore sanitario continua però a essere un obiettivo delle forze militari israeliane: strutture, personale e risorse continuano. I primi soccorritori che rispondono all’emergenza, tra cui personale sanitario e paramedici, continuano a essere presi di mira. Dall’ottobre 2023, 179 operatori sanitari sono stati uccisi e oltre 300 feriti.
Il numero di vittime continua a salire, con le autorità sanitarie nazionali che segnalano più di 3000 morti e più di 13.500 feriti da metà ottobre dell’anno scorso.
IL NOSTRO IMPEGNO CONTINUA
Oxfam in Libano, in collaborazione con i partner, continua a supportare gli sfollati interni nei rifugi di Beirut, Libano settentrionale e Monte Libano con acqua pulita e servizi igienici, denaro di emergenza, cibo e kit igienici e per l’igiene mestruale. Al 5 novembre, un totale di 25.338 persone sono state raggiunte da Oxfam e dai partner. Nei prossimi 6 mesi, puntiamo a raggiungere 250.000 persone nei prossimi 6 mesi.
TU, in questo momento di grave emergenza, puoi fare la differenza tra la vita e la morte per le migliaia di persone che stanno cercando di mettersi in salvo.
Questi civili innocenti stanno pagando il prezzo dei fallimenti dei leader globali.