5 Ottobre 2011

Il viaggio di Scarlett Johansson in Kenya

 
L'ambasciatrice di Oxfam Scarlett Johansson incontra Paulina a Turkana, Kenya. Credits: AndyHall/Oxfam
Scarlett Johansson a Turkana, Kenya

Le parole dell’ambasciatrice di Oxfam, l’attrice Scarlett Johansson, in visita in Kenya. Guarda anche il video girato dall’attrice.

“Nella regione di Turkana, a Nord del Kenya, ci sono segnali di speranza. La zona è la patria di pastori, e la maggioranza delle comunità è devastata dalla perdita del bestiame, fonte di cibo e reddito. Tuttavia, grazie all’intervento di Oxfam, alcuni riescono a far fronte alla crisi: ricevono finanziamenti per ottenere la terra, strumenti agricoli, assistenza allo sviluppo dell’agricoltura. Come risultato vediamo nascere piccoli orti, che permettono alle famiglie di sfamarsi e vendere le eccedenze, garantendo così un minimo reddito. Nelle comunità più povere del Kenya piccole iniziative come queste garantiscono dignità e orgoglio.


Alcuni mesi fa ho letto un articolo su un campo profughi sul Wall Street Journal che mi ha profondamente colpito. Ero consapevole della crisi alimentare mondiale ma le statistiche di questo particolare articolo erano devastanti. Dadaab, di cui io non avevo mai sentito parlare, è il campo profughi più grande del mondo. E’ stato dichiarato pieno nel 2008, ma da allora ha accolto dai 600 ai 1500 profughi Somali ogni giorno, vittime di un conflitto politico e di una grave siccità e carestia. La popolazione del campo ha raggiunto ormai le 400.000 persone. Ho cercato di immaginarmi quali fossero le condizioni di vita lì, come i suoi occupanti potessero sopravvivere ogni giorno in un paesaggio vuoto e arido, con appena il minimo per sopravvivere. Come potevano avere acqua o cibo? E quali potevano essere le condizioni sanitarie?


Come ambasciatrice di Oxfam dal 2004, sapevo che la nostra organizzazione era lì, presente. Infatti ho saputo che Oxfam lavorava a Dadaab già dal 2009, garantendo acqua e servizi igienici, costruendo latrine, scavando pozzi, posando tubature, tra le altre cose. Abbiamo quindi pianificato un viaggio per la fine di settembre e deciso non solo di evidenziare la crisi tra i profughi somali, ma anche la crisi globale che ha colpito l’intero Corno d’Africa, causata dalla peggior siccità degli ultimi 60 anni.
I pastori, gli agricoltori e i pescatori hanno visto lentamente scomparire i loro mezzi di sussistenza, mentre intere comunità sono lasciate a morire di fame senza gli strumenti per riprendersi. Queste comunità sono dipendenti dall’aiuto di Oxfam sia nella prima emergenza sia per le soluzioni a lungo termine. La copertura dei media su questa crisi è inconsistente e insufficiente. Queste questioni devono essere affrontate su scala globale immediatamente, dato che circa 13 milioni di persone sono a rischio e la maggior parte della Somalia del Sud è stata dichiarata in stato di emergenza alimentare.


Ho visitato Dadaab, Turkana e Lodwar con Oxfam e avevo l’intenzione di scrivere un diario corredato di fotografie. Ma dopo un giorno sul campo, mi sono resa conto dell’enormità di quello che stavamo vedendo, che era quasi impossibile da tradurre in parole, e ho deciso quindi di fare un video che descrivesse quello che ho visto nell’arco di tre giorni della mia visita, così da evidenziare la portata della crisi e il lavoro che Oxfam sta facendo sul campo. Se sono riuscita a ispirarvi e se siete in grado e volete contribuire a questa causa, aiutatemi a raccogliere fondi . Ricordate che non esiste una somma troppo piccola, e che gli esigui costi amministrativi di Oxfam significano che una il massimo del ricavato viene direttamente destinato a produrre un cambiamento positivo, virtualmente nelle vite di milioni di persone. [contributo]

Questo articolo insieme con il video sono stati pubblicati sull’Huffington Post del 3 ottobre 2011.

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