11 Ottobre 2017

La fortezza Europa che non protegge i migranti

 
Migranti bloccati in Serbia
I migranti bloccati al confine serbo vivono in condizioni disumane.

La nostra denuncia

In un nuovo rapporto  denunciamo l’inadeguatezza delle politiche europee e le sue conseguenze sulla vita di centinaia di migliaia di migranti e rifugiati, indicando la strada per invertire una rotta che è sempre più pericolosa.

Le mancanze dell’Europa

L’Unione europea e i suoi Stati membri stanno facendo ben poco per garantire canali di accesso legali e sicuri a centinaia di migliaia di richiedenti asilo, consentendo al contrario che si compiano continui abusi e violazioni dei diritti fondamentali all’interno delle frontiere europee.

A oggi sono stati realizzati solo il 28% dei ricollocamenti previsti da Grecia e Italia: meno di 30 mila persone in tutto, a fronte di un impegno per oltre 98 mila reinsediamenti, che dovevano essere realizzati entro il settembre di quest’anno.

I diritti violati

Il rapporto che lanciamo oggi Al di là della fortezza Europa, partendo da testimonianze dirette, racconta infatti di condizioni di vita disumane, diritti fondamentali violati per donne, uomini ragazzi che scappano da guerre, violenze e fame.

Non possiamo dimenticare la vergogna del campo di Idomeni in Grecia, i 2600 morti nel Mediterraneo di questo ultimo anno, la testimonianza di quanti, sbarcati in Sicilia, sono passati dalle torture nei campi di detenzione in Libia, le centinaia di persone lasciate senza un riparo l’inverno scorso in Serbia, le violenze da parte delle autorità alle frontiere ungherese e croata.

Cosa abbiamo fatto

In questi due anni abbiamo lavorato in Italia, Grecia, nei Balcani in contesti di vera emergenza umanitaria. Ovunque abbiamo assistito a trattamenti indegni, sentito storie di ‘viaggi della speranza’ finiti in un’Europa che non dà speranze, di bambini e ragazzi che scompaiono dal sistema di accoglienza.

Il nostro appello

Proponiamo una radicale revisione dell’Agenda sulle migrazioni e facciamo appello ai leader che si riuniranno a Bruxelles per il Consiglio europeo del 19-20 ottobre, affinché sia adottata un’autentica inversione di rotta nella gestione delle migrazioni che garantisca davvero il rispetto e la tutela dei diritti umani fondamentali di migranti e rifugiati, lavorando assieme ai paesi di origine per sradicare le cause della povertà.

Chiediamo che:

  • La legislazione europea e le legislazioni nazionali rispettino le norme internazionali ed europee sui diritti umani;
  • Le condizioni di vita nei centri di accoglienza siano migliorate, garantendo procedure per cui i migranti siano informati sui propri diritti, utilizzando la detenzione solo ed esclusivamente come ultima istanza e mai per minori, garantendo ai migranti il sostegno di cui hanno bisogno attraverso organizzazioni indipendenti;
  • Le singole richieste di asilo vengano valutate su base individuale, garantendo processi rapidi ed efficaci;
  • I paesi UE si impegnino sia a livello europeo che nazionale, ad esaminare meccanismi per aumentare e migliorare vie sicure e regolari per migranti e rifugiati e ampliare le procedure di ricongiungimento familiare 
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