8 Maggio 2014

La sfida delle Filippine a sei mesi dal tifone

 
Edgardo Postrero può riprendere il mare e tornare a pescare. Credits: Oxfam
Aiutiamo i pescatori a riprendere il mare

Sono trascorsi sei mesi da quando il tifone Haiyan ha colpito le Filippine. Il compito che governo filippino e comunità internazionale stanno affrontando è enorme. La risposta iniziale all’emergenza è stata forte e tempestiva, ma Oxfam è preoccupata dal fatto che la ricostruzione non stia avvenendo abbastanza rapidamente, e che siano sempre i più poveri a pagare il prezzo più alto di questo ritardo. Molti coltivatori di noci di cocco e comunità di pescatori non hanno ancora prospettive di reddito; moltissime persone vivono ancora in rifugi di fortuna o tende, che non sono in grado di reggere nemmeno a un temporale. Molte comunità sono del tutto impreparate alla prossima stagione dei tifoni, prevista per giugno, e solamente l’8% dei centri di evacuazione è utilizzabile: il governo deve quindi avere come priorità la ricostruzione e riattivazione dei centri di evacuazione, in un paese che viene colpito dai tifoni per una media di 20 volte l’anno.


Il tifone Haiyan ha causato più di 6.000 vittime e coinvolto 14 milioni di persone. Più di un milione di case sono andate distrutte; i senzatetto sono quattro milioni. Come la maggior parte dei disastri ambientali, anche questo ha colpito più duramente i più poveri e vulnerabili; circa quattro famiglie su dieci vivevano sotto la soglia di povertà già prima del tifone. Quasi sei milioni di lavoratori hanno perso le proprie fonti di reddito. Oxfam ha aiutato più di 740.000 persone nelle parti più colpite dal tifone, portando acqua e servizi igienico sanitari, cibo e rifugi a Leyte, Nord Cebu e Samar orientale, con uno staff di 352 persone. Abbiamo dato priorità all’acqua e i servizi igienici, in modo da evitare il diffondersi di malattie, ripristinando i servizi idrici, riparando o fornendo latrine e provvedendo kit igienico sanitari e acqua pulita a beneficio di 500.000 persone.

Filippine. Uno dei modi per prevenire le malattie è lavarsi le mani, e i bambini sono i primi a cui insegnare. Credits: Oxfam
Igiene vuol dire salute: insegniamo ai bambini a lavarsi le mani!

Più di 223.000 persone hanno invece beneficiato di denaro e supporto al reddito, in cambio di lavori socialmente utili quali ripulire le zone colpite dai detriti e dagli alberi abbattuti; mentre a 23.000 persone sono stati distribuiti articoli di prima necessità, come zanzariere, teli impermeabili e kit per neonati. Oxfam sta inoltre aiutando le comunità di pescatori a riprendere il mare e lavora con le comunità agricole assistendole nel ripulire il terreno per coltivare nuovamente i propri campi, donando semi di riso per garantire cibo e reddito. La grande sfida che attende il governo filippino riguarda comunque il trasferimento delle comunità più duramente colpite, laddove trasferire la popolazione non vuol dire solamente ricostruire le abitazioni nei luoghi scampati al tifone. Vuol dire pensare al lavoro, alla sicurezza, ai trasporti, all’acqua e ai servizi di base. Secondo un’indagine di Oxfam, quasi metà della popolazione intervistata ha dichiarato che è il lavoro la principale considerazione, quando pensano al trasferimento, e solo il 7% ha ammesso di essere stata consultata o informata dei piani governativi. L’81% ha dichiarato di non conoscere i propri diritti. Ad Oxfam è stato chiesto di provvedere un supporto idrico e igienico e sanitario in molte zone che saranno oggetto dei trasferimenti, ed è importante che questi servizi di base siano considerati prioritari al momento di pianificare i trasferimenti.

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