La crisi alimentare in Niger potrebbe presto diventare emergenza umanitaria: se gli aiuti tarderanno ad arrivare 1,9 milioni di persone rischiano di morire di fame e il numero può crescere fino 3,5 milioni entro aprile.
Nel complesso, oltre 6 milioni di persone in Niger hanno bisogno di aiuti immediati per sfuggire alla minaccia della fame. In alcune aree del paese, il 100% delle famiglie è già costretto a razionare e ridurre il numero di pasti giornalieri.
“Milioni ormai sono a un passo dalla fame e ci sono chiari segnali di una catastrofe imminente se non si agisce ora. Il mondo non può restare a guardare, servono fondi subito”, dichiara Samuel Braimah, direttore di Oxfam Niger.
A causare questa crisi, il mix micidiale di siccità, piogge irregolari, prezzi alimentari alle stelle, povertà radicata e conflitti regionali. Anche se c’è cibo nei mercati la popolazione più vulnerabile non può permetterselo.
“Possiamo evitare il peggio e salvare migliaia di persone, agendo ora. E’ molto semplice”, ha concluso Braimah.
Le Nazioni unite calcolano che sarebbero necessari 229 milioni di dollari per far fronte alla crisi, cifra destinata ad aumentare sensibilmente nei prossimi giorni. Più di metà della cifra manca all’appello anche se alcuni paesi ricchi hanno cominciato a donare, Unione Europea in primis.
Oxfam ha bisogno di 12 milioni di euro per aiutare 450.000 persone con cibo, acqua, denaro, strutture igienico-sanitarie: finora sono stati raccolti solo 2,9 milioni, troppo poco per un’azione efficace. Oxfam ha già avviato la risposta all’emergenza, dando sostegno alle comunità più vulnerabili attraverso la distribuzione di denaro e il lavoro retribuito per aumentare la capacità di ripresa a seguito di una stagione di mancati raccolti.
Nella regione al confine con il Mali, l’agenzia ha avviato un programma per i rifugiati nella regione di Tillabery, lavorando al fianco delle autorità governative e di altre associazioni umanitarie. Ad Ayorou, è in corso la distribuzione di cibo, acqua, zanzariere, coperte e kit igienico-sanitari.
Altri programmi di aiuto ai rifugiati sono previsti a Mangaize e Abala, nella stessa regione, e a Tillia nella regione di Tahoua, mediante trasferimenti di denaro, distribuzione di acqua potabile, sistemi idrico-sanitari e programmi di istruzione. Il primo pozzo verrà realizzato a Mangaize la settimana prossima.
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