7 Ottobre 2022

Siria senza pace: dopo la guerra, la siccità

 

Siria

La mancanza di piogge e le temperature altissime hanno bruciato i raccolti. Un dramma nel dramma dopo oltre 10 anni di guerra. Oggi quasi 12 milioni di siriani dipendono dagli aiuti internazionali per sopravvivere

Non c’è pace per il popolo siriano. Gli effetti della tremenda siccità che ha colpito il Paese è andata infatti ad aggravare la già tragica situazione umanitaria con cui deve fare i conti una popolazione stremata da una guerra, che in più di 10 anni, ha letteralmente devastato intere città.

La mancanza di piogge, sommata alle temperature altissime degli ultimi mesi, ha infatti letteralmente bruciato i raccolti, da cui dipende la disponibilità di cibo per milioni di famiglie.  E tantissimi piccoli agricoltori e allevatori sono adesso in ginocchio.

Come Faraj, che vive nella zona rurale di Aleppo. Dopo che ha perduto il raccolto, è stato costretto a vendere la sua fattoria. Oggi lavora come bracciante a giornata per altri proprietari terrieri.

Lo scorso anno nella nostra città c’erano circa 2.000 capi di bestiame, mentre quest’anno sono appena 500. racconta – I costi per mantenerli sono troppo alti, e la gente è costretta a venderli. Non siamo più in grado di sfamare i nostri figli. Cosa fareste voi? Sfamereste i vostri figli o il bestiame?”

Ad oggi  i siriani che dipendono dagli aiuti internazionali per sopravvivere sono quasi 12 milioni, il 21% in più rispetto a fine 2020. E tra loro ci sono 6,5 milioni di bambini. 

Schiacciati dai debiti, con il costo delle materie prime alle stelle

“Dal 2019, le piogge sono diminuite sempre di più, anno dopo anno, costringendoci ad indebitarci nel tentativo di andare avanti. – continua  Faraj – Per comprare le sementi sono stato costretto a prendere un prestito, ma senza piogge non sono arrivati nemmeno i raccolti. Così mi sono ritrovato sempre più coperto di debiti, costretto alla fine a vendere il terreno, grazie a cui fino ad oggi ero sempre riuscito a sfamare la mia famiglia. Adesso per andare avanti saremo costretti ad indebitarci ancora o ad andarcene da qui, semplicemente per non morire di fame. Sono già stato costretto a mandare via i miei figli a lavorare come braccianti. Purtroppo non sono l’unico in questa situazione, tutti quelli che conosco sono stati costretti a vendere i propri campi per far fronte ai debiti. Spero che tutti assieme potremo riuscire a trovare una soluzione, ma se le cose andranno avanti così e il clima non cambierà, sarà impossibile”. 

Come se non bastasse, gli agricoltori siriani oggi devono fare i conti con l’aumento fuori controllo del costo delle materie prime e dell’energia. Un crisi globale dei prezzi che, mentre sta mettendo a dura prova la capacità produttiva in Italia e in Europa, in un paese come la Siria non lascia scampo. I prezzi di fertilizzanti e carburante, ad esempio, sono letteralmente schizzati alle stelle.

La risposta di Oxfam in Siria

Oxfam è al lavoro per rispondere all’emergenza a fianco della popolazione. Sta sostenendo economicamente gli agricoltori e le comunità più povere per consentirgli l’acquisto di beni di prima necessità, mentre è al lavoro per garantire acqua potabile e servizi igienico-sanitari alle comunità più povere e vulnerabili.

L’appello alla comunità internazionale per far fronte alla crisi climatica

Puoi chiedere alla comunità internazionale un intervento immediato per far fronte alla crisi climatica, firmando il nostro appello QUI

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