A un anno dalla Carovana Solidale “Gaza oltre il confine” — la delegazione più numerosa mai arrivata a Rafah — torniamo con le organizzazioni promotrici al confine tra Egitto e Striscia di Gaza per testimoniare ancora una volta la situazione drammatica in cui versa la popolazione palestinese.
Dal 16 al 19 maggio, dopo oltre un anno, una delegazione composta da rappresentanti di AOI (rete che raggruppa, insieme a noi, molte delle ONG che lavorano in Palestina e Medio Oriente), ARCI, Assopace Palestina, 14 parlamentari dell’Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina, tre eurodeputati, 13 giornaliste e giornalisti, accademici ed esperte di diritto internazionale, raggiungerà Rafah e tenterà l’ingresso nella Striscia di Gaza, per portare solidarietà alla popolazione palestinese e denunciare il disastro umanitario a Gaza.

FERMIAMO IL MASSACRO DI VITE INNOCENTI
Come organizzazione presente a Gaza in soccorso della popolazione fin dall’inizio del conflitto e membri di AOI partecipiamo alla carovana con Paolo Pezzati, il nostro portavoce per le crisi umanitarie:
Oggi più che mai è necessario accendere i riflettori su quello che sta accadendo a Gaza, sulla necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente e sullo sblocco all’ingresso degli aiuti, che si stanno esaurendo, rendendo sempre più difficile la risposta umanitaria. Da oltre 2 mesi l’assedio totale imposto da Israele impedisce l’ingresso di cibo, acqua pulita e medicine, mentre migliaia di camion carichi di aiuti umanitari sono bloccati ai valichi di frontiera. Gran parte della popolazione è a un passo dalla carestia. Per questo per il secondo anno parteciperemo alla carovana, con l’obiettivo di rilanciare un appello urgente alla comunità internazionale, inclusa l’Italia, perché metta in campo ogni sforzo diplomatico necessario a porre fine a questo orrore, di cui stanno facendo le spese oltre 2 milioni di persone, in gran parte donne e bambini.
FAME E SILENZIO, LE ARMI INVISIBILI
“Già un anno fa il quadro che ci venne restituito era apocalittico. Oggi, le previsioni più catastrofiche si sono tragicamente avverate”, ha dichiarato Alfio Nicotra di AOI durante la conferenza stampa prima della partenza, tenutasi il 13 maggio 2025. “Dal 2 marzo la Striscia è completamente sigillata: non entra nemmeno uno spillo. Le vittime per fame, sete e malattie aumentano ogni giorno in modo esponenziale. Voltarsi dall’altra parte, fingere di non vedere il genocidio in atto, è una forma di disumanità, una resa morale inaccettabile”.
La tregua annunciata il 19 gennaio 2025 non ha prodotto alcun passo avanti concreto: né verso un cessate il fuoco permanente, né per garantire la protezione della popolazione civile. Al contrario, dal 18 marzo la ripresa dei bombardamenti e la nuova offensiva di terra da parte dell’esercito israeliano hanno aggravato ulteriormente la crisi, segnando una pericolosa deriva verso un progetto di pulizia etnica apertamente sostenuto da esponenti dell’amministrazione Trump e da una larga parte della coalizione di governo di Netanyahu.

IL DRAMMA UMANITARIO SI È AGGRAVATO
L’esercito israeliano continua deliberatamente a colpire la popolazione civile, utilizzando la fame, la sete, il blocco degli aiuti e l’assenza di carburante e cure mediche come armi di guerra.
Durante la missione, la delegazione incontrerà attivisti palestinesi, operatori umanitari, agenzie internazionali e delle Nazioni Unite, per raccogliere testimonianze dirette dai sopravvissuti e da chi da oltre 18 mesi lavora al fianco della popolazione civile, tanto a Gaza quanto in Cisgiordania.
Nette le parole di Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, che ha lanciato un appello alle istituzioni italiane ed europee: “Basta ambiguità: si agisca ora per fermare il massacro e ristabilire il rispetto del diritto internazionale. Non è più il tempo delle dichiarazioni di principio né delle condanne generiche: servono atti concreti. L’Italia e l’Unione Europea devono sospendere immediatamente ogni fornitura militare a Israele e adottare sanzioni economiche e diplomatiche efficaci, come previsto dal diritto internazionale nei confronti di chi si rende responsabile di crimini di guerra e contro l’umanità”.
Durante la conferenza è intervenuta anche l’europarlamentare Cecilia Strada, rilanciando l’allarme sull’inerzia dell’Europa di fronte alla catastrofe umanitaria: “Sotto le macerie di Gaza sta morendo anche l’Europa. I governi e le istituzioni europee che non fanno nulla per fermare Netanyahu rivelano tutta la loro ipocrisia. Così facendo, ci stanno consegnando ai libri di storia come complici di un genocidio”.
UN FUTURO DI PACE È POSSIBILE, INSIEME POSSIAMO COSTRUIRLO
È una nostra responsabilità collettiva fermare questa tragedia: bambini, donne e uomini vulnerabili non possono più attendere. Unisciti a migliaia di persone per chiedere un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza e in tutta la regione.
Firma e condividi la petizione per chiedere la protezione dei civili ORA