2 Aprile 2019

Una persona su nove soffre la fame

 

Oltre 113 milioni di persone nel mondo allo stremo nel 2018

Una persona su nove soffre la fameNel 2018 più di 113 milioni di persone in 53 paesi del mondo, colpite da gravissime crisi alimentari, sono state vittime di fame e malnutrizione acuta, e sono sopravvissute solo grazie alla distribuzione d’urgenza di cibo e generi di prima necessità.

È quanto emerge dai nuovi dati sulla fame nel mondo pubblicati oggi dal Food Security Information Network, nel nuovo Rapporto globale sulle crisi alimentari.

Viviamo in un mondo di abbondanza, eppure una persona su nove soffre la fame: si tratta di 821 milioni di persone, mentre 110 milioni di donne, uomini e bambini hanno immediato bisogno di assistenza umanitaria.

In poco più di dieci anni, le due crisi globali dei prezzi alimentari del 2007-2008 e 2010-2011 hanno spinto 44 milioni di persone al di sotto della soglia della povertà. Una crisi provocata dall’uomo: originata da guerre, dall’impatto dei cambiamenti climatici e da un sistema alimentare globale che non risponde efficacemente alle esigenze di tutti.

Un nuovo studio di Oxfam, Ten Years After the Global Food Price Crisis, Rural Women Still Bear the Brunt of Poverty and Hunger, mostra chiaramente che siamo di fronte a una crisi globale che parte da lontano e di cui ancora non si intravede la fine, perché le riforme e gli aiuti finanziari messi in campo non hanno raggiunto chi, pur producendo cibo nei paesi poveri, rimane la prima vittima della fame: agricoltori di piccola scala, in particolare donne.

Siamo di fronte a una crisi globale

Decenni di politiche sbilanciate hanno condotto a un’enorme concentrazione del potere di mercato nelle mani di pochi grandi attori dell’industria agro-alimentare. Questo modello non è in grado di garantire la sicurezza alimentare nel mondo e un reddito dignitoso ai produttori di piccola scala e ai lavoratori della filiera. Al contrario, è solo garanzia di rendimento certo per gli azionisti di questi colossi industriali.

I Governi dei paesi più colpiti hanno realizzato ben poco delle riforme strutturali annunciate, mentre le promesse di aiuto dei paesi donatori non si sono tradotte in investimenti di lungo periodo.

L’Italia e il tema della sicurezza alimentare

Per l’Italia, il tema della sicurezza alimentare è sempre stato, almeno nelle intenzioni, al centro dell’azione di cooperazione internazionale, ma ancora oggi l’ammontare di fondi destinato al settore non arriva al 6% dell’APS (Aiuto Pubblico allo Sviluppo).

Chiediamo anche all’Italia di confermare lo stanziamento dello 0,30% del Pil in aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2020, aumentando di conseguenza le risorse destinate alla lotta alla fame.

Sostenere l’agricoltura di piccola scala, e in particolare il lavoro delle donne, è dimostrato essere da due a quattro volte più efficace nel ridurre la fame e la povertà.

 

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