4 Ottobre 2024

A FIANCO DELLA POPOLAZIONE IN LIBANO

 

Siamo in prima linea per rispondere alle necessità di migliaia di persone costrette a fuggire dai bombardamenti dell’esercito israeliano nel Sud del Libano.

Tra il 16 e il 30 settembre, gli attacchi dell’esercito israeliano in Libano hanno ucciso più di 1.230 persone e ne hanno ferite oltre 6.000. Tra le vittime ci sono anche donne e bambini. I danni alle infrastrutture sono ingenti: si stima che oltre 50 mila abitazioni siano state distrutte o danneggiate.

A peggiorare ulteriormente la situazione è la presenza di circa un milione di sfollati, in gran parte donne e bambini. Il sistema umanitario, già al limite delle proprie capacità, è messo sotto pressione dall’afflusso continuo di persone nei rifugi di Beirut e nelle regioni del Nord, aggravando significativamente le condizioni di vita delle comunità locali.

Il fumo dei pesanti raid aerei israeliani si alza dal villaggio di Arab Salim, nel Libano meridionale; Israele ha lanciato potenti attacchi aerei su gran parte del Libano meridionale.
Il fumo si alza dagli edifici colpiti da un attacco aereo israeliano nel villaggio di Arab Salim, nel Sud del Libano. Foto: Marwan Naamani/ZUMA Press Wire/Shutterstock.

LE RAGIONI DELL’ESCALATION IN LIBANO

Il conflitto in Libano era prevedibile e poteva essere evitato. È il risultato del mancato cessate il fuoco a Gaza. Per decenni, il popolo del Libano ha affrontato una crisi dopo l’altra senza mai avere l’opportunità di riprendersi completamente. Questa nuova emergenza non farà altro che aggravare le sfide esistenti e destabilizzare ulteriormente una regione già fragile. La comunità internazionale, Italia compresa, deve agire adesso. Israele sta operando impunemente, e le sue azioni devono essere fermate sia in Libano che a Gaza.” Racconta Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia.

LA NOSTRA RISPOSTA ALL’EMERGENZA

Siamo presenti in Libano dal 1993 e, negli ultimi anni, abbiamo intensificato i nostri programmi in risposta alla crisi siriana del 2011. Ci siamo impegnati a fornire acqua pulita e servizi igienico-sanitari ai rifugiati siriani e alle comunità libanesi, garantendo opportunità di reddito e sostenendo i diritti delle donne. Collaboriamo con trenta organizzazioni partner locali nel Libano settentrionale, nella valle della Bekaa e a Beirut. Negli ultimi dieci anni, abbiamo risposto alle molteplici emergenze che il paese ha dovuto affrontare, tra cui la crisi siriana, la pandemia di COVID-19, l’esplosione di Beirut, la crisi economica e l’epidemia di colera del 2022.

Insieme ai nostri partner abbiamo distuibuito kit igienico sanitari nei rifugi nel Nord del Libano. Foto: Fatima Ghemrawi/Utopia for Social Justice
Insieme ai nostri partner abbiamo distribuito kit igienico sanitari nei rifugi nel Nord del Libano. Foto: Fatima Ghemrawi/Utopia for Social Justice

Stiamo rapidamente adattando le attività e i programmi sul campo per far fronte alle necessità di questa nuova, gravissima emergenza, in particolare alle crescenti esigenze delle famiglie sfollate dal Sud verso il Libano meridionale e nei rifugi a Beirut. Stiamo distribuendo acqua, kit igienico sanitari e denaro in modo che le famiglie possano acquistare cibo, riabilitando condutture idriche e stazioni di pompaggio per garantire accesso ad acqua pulita e sicura. Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco permanente e il pieno accesso umanitario necessario a fornire aiuti salvavita alla popolazione civile.

Dal 25 settembre al 1º ottobre, in collaborazione con i nostri partner sul campo, abbiamo distribuito 6.570 bottiglie d’acqua e 321 kit igienico-sanitari, raggiungendo oltre 1.300 persone. Inoltre, abbiamo fornito 316 kit specifici destinati a 1.352 donne e adolescenti, garantendo supporto mirato alle loro esigenze.

TU, in questo momento di grave emergenza, puoi fare la differenza tra la vita e la morte per le migliaia di persone che stanno cercando di mettersi in salvo. Questi civili innocenti stanno pagando il prezzo dei fallimenti dei leader globali.

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