In un solo anno, nella Striscia di Gaza l’esercito israeliano ha ucciso almeno 6.000 donne e 11.000 bambini, un numero che rappresenta il più alto bilancio mai registrato in un conflitto nella storia recente. Questo dato, già drammatico, non include le circa 20 mila persone non identificate, disperse o ancora sepolte sotto le macerie.
A questa drammatica situazione si aggiungono oltre 25.000 bambini rimasti orfani di almeno un genitore, molti dei quali hanno subito lesioni fisiche, spesso permanenti. È la denuncia che diffondiamo oggi, di fronte all’espansione delle violenze in Libano, Cisgiordania e Gerusalemme Est che hanno ulteriormente aggravato il bilancio delle vittime, colpendo in modo devastante soprattutto i civili innocenti.
“Gli orribili attentati del 7 ottobre di un anno fa compiuti dai gruppi armati palestinesi, che hanno causato 1.200 vittime tra cittadini israeliani e stranieri – tra cui 282 donne e 36 bambini, con 250 persone prese in ostaggio – si configurano come crimini di guerra, ma niente giustifica la morte violenta di innocenti. A questo si aggiunge la complicità dei paesi più influenti nel contesto internazionale, che hanno continuato a rifornire Israele di armi, senza chiedere conto del massacro di civili.” Paolo Pezzati – portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia
A GAZA CONTINUA LA DISTRUZIONE SISTEMATICA DI INFRASTRUTTURE CIVILI
A Gaza in media ogni tre ore i bombardamenti colpiscono un’infrastruttura civile, tra cui scuole, ospedali e punti di distribuzione degli aiuti. Le violazioni del diritto internazionale umanitario compiute da Israele nell’ultimo anno sono di una gravità tale da poter essere considerate come crimini contro l’umanità. Il livello di devastazione causata a Gaza è indicativo di un uso del tutto sproporzionato della forza in relazione agli obiettivi militari, e della sistematica assenza di discriminazione tra obiettivi militari e popolazione civile.
A parte la pausa umanitaria di sei giorni lo scorso novembre, i bombardamenti si sono interrotti soltanto per due giorni. In media i bombardamenti dell’esercito israeliano colpiscono:
- una o più abitazioni ogni quattro ore
- tende e rifugi temporanei ogni diciassette ore
- scuole e ospedali ogni quattro giorni
- punti di distribuzione degli aiuti e magazzini ogni quindici giorni
IN CISGIORDANIA SI AGGRAVANO LE VIOLENZE
Dallo scorso ottobre, l’esercito israeliano ha ordinato la demolizione di oltre 2.000 abitazioni palestinesi, provocando gravi danni alle infrastrutture pubbliche e alle reti di comunicazione. Nello stesso periodo, più di 680 palestinesi sono stati uccisi da coloni israeliani o durante operazioni militari. Sono stati inoltre registrati oltre 1.000 attacchi da parte dei coloni contro la popolazione palestinese, che hanno devastato coltivazioni, distrutto sistemi di irrigazione e serre.
Solo una soluzione politica può portare pace e sicurezza
Siamo fermamente convinti che la pace e la libertà per palestinesi e israeliani possano arrivare solo attraverso una soluzione politica. Gli attacchi contro i civili non sono mai giustificabili, e chiediamo a tutte le parti coinvolte di rispettare il diritto umanitario internazionale e cessare le ostilità. Finché non si affrontano le cause profonde di questo conflitto, il ciclo di violenza continuerà.
Un futuro di pace è possibile, insieme possiamo costruirlo
In questo anno di conflitto, grazie all’impegno instancabile dei nostri operatori umanitari e dei partner, anch’essi colpiti da fame, sete e sfollamenti, siamo riusciti a fornire assistenza a 776.917 persone. Abbiamo distribuito denaro, acqua potabile, cibo e beni di prima necessità, ripristinato servizi idrici e igienici, e garantito protezione alle persone più vulnerabili.
Continueremo a lavorare senza sosta per fornire assistenza e per sostenere la pace. Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti – governi, organizzazioni internazionali e cittadini – per mettere fine a questa tragedia e costruire un futuro più giusto per tutti.
È una nostra responsabilità collettiva fermare questa tragedia: bambini, donne e uomini vulnerabili non possono più attendere. Unisciti a migliaia di persone per chiedere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e in tutta la regione.
Firma e condividi la petizione per chiedere la protezione dei civili ORA