Le notizie che riguardano la situazione in Yemen si concentrano spesso su dati militari e geopolitica, mentre le scelte, le rinunce e le strategie adottate da milioni di persone per sopravvivere restano nell’ombra. Qui vogliamo ricordare come si vive oggi nello Yemen, tra blackout, carestie, insicurezza e crisi idrica, con uno sguardo anche alle radici di questa instabilità e alle risposte solidali dal basso.

Che succede nello Yemen? Un ritorno al 2014
Nel 2014, il paese era già sull’orlo del collasso. Le radici del conflitto affondano nelle profonde fratture politiche e territoriali riemerse nel 2011, durante le rivolte delle Primavere Arabe. Le manifestazioni popolari di quell’anno portarono alla fine del lungo regime di Ali Abdullah Saleh, ma invece di aprire la strada a una transizione stabile, hanno innescato una fase di profonda instabilità che ha favorito l’ascesa degli Houthi. Il movimento sciita degli Houthi è sostenuto dall’Iran e ha conquistato vasti territori del Paese, inclusa la capitale Sanaa. Con il conflitto arriva anche la crisi economica con una profonda crisi del carburante che mise in ginocchio intere comunità. Il diesel era fondamentale non solo per il trasporto, ma anche per l’irrigazione e l’accesso all’acqua potabile. In alcune regioni rurali, i prezzi aumentarono del 400%, mentre la scarsità divenne endemica. Le famiglie, già in lotta con l’insicurezza alimentare, iniziarono a saltare i pasti; donne e bambini percorrevano chilometri per trovare acqua. Il sistema di protezione sociale era fragile, con più di 400.000 famiglie escluse dai sussidi e pochissimi investimenti pubblici destinati alla salute e all’educazione.

Quale è la situazione attuale in Yemen?
Oggi lo Yemen continua a vivere una crisi umanitaria aggravata dal conflitto regionale. Il controllo del territorio è frammentato tra ribelli houthi, il governo riconosciuto internazionalmente e varie milizie. Le tensioni si sono riaccese dopo che, nel 2023, gli houthi hanno iniziato ad attaccare navi nel Mar Rosso in solidarietà con Gaza. Gli Stati Uniti e Israele hanno risposto con raid aerei, colpendo infrastrutture come l’aeroporto di Sanaa e centrali elettriche. Sebbene un cessate il fuoco sia stato raggiunto nel maggio 2025, la violenza persiste in forme indirette, e la situazione resta instabile e altamente politicizzata.

Quanto è pericoloso lo Yemen?
Per i civili, vivere nello Yemen significa affrontare pericoli quotidiani: mancanza di cure mediche, fame, acqua non potabile, raid militari. Le testimonianze raccolte da Oxfam parlano di genitori che perdono figli per malattie curabili e di comunità costrette a vivere con meno di un pasto al giorno. In questo video del 2019, Asthar Alrazehi rifugiata yemenita in Italia racconta la sua esperienza.
Cosa possiamo fare per la popolazione
Purtroppo, da allora non è cambiato molto, anzi la situazione è peggiorata. Le crisi in Yemen, infatti, non sono eventi isolati, ma una condizione strutturale. Conflitti regionali, pressioni internazionali e disinteresse politico si sommano a una quotidianità fatta di sopravvivenza. La comunità internazionale deve fare di più, e subito. Oxfam è una delle poche organizzazioni a operare stabilmente nel paese. Dal 2011 ha collaborato con il Fondo di Protezione Sociale per distribuire trasferimenti in denaro e monitorare i bisogni delle comunità. La popolazione yemenita non ha bisogno solo di aiuti temporanei, ma di un impegno internazionale duraturo per ripristinare servizi essenziali e costruire un sistema di protezione sociale stabile. Sostenere chi lavora sul campo come Oxfam e informarsi con attenzione è un primo passo per non voltare le spalle a un popolo dimenticato.