8 Febbraio 2014

Filippine, bilancio a tre mesi dopo il tifone

 
Jennifer Pablo e sua figlia Rose a Bay Baye, San Jose, Tacloban, hanno ricevuto un telone impermeabile da Oxfam. Credits: Oxfam
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“Quello di cui abbiamo più bisogno è di riprenderci le nostre vite” ci dicono gli abitanti di Tacloban, Filippine.


L’8 novembre 2014 il tifone Haiyan ha colpito le Filippine. Venti fortissimi si sono abbattuti sulle coste, lasciando 6.190 morti, più di 4 milioni di sfollati e 14.1 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria immediata.
I raccolti di riso, di noci di cocco, le barche da pesca sono stati spazzati via, lasciando la popolazione a lottare per la propria sopravvivenza.
Grazie al supporto di centinaia di migliaia di donatori e finanziatori, Oxfam è stata al loro fianco fin dall’inizio.

Abbiamo raggiunto più di 547.000 persone con interventi di prima emergenza. Dopo tre mesi,  il nostro obiettivo primario è aiutare le famiglie a riprendere le attività economiche in modo da ricostruire le proprie vite.

Questi sono solo alcuni dei risultati che siamo stati in grado di raggiungere:
Sono stati distribuiti
62.500 kit igienico sanitari, in modo da prevenire il diffondersi di malattie. I kit contengono secchi, sapone, biancheria intima, reti antizanzare e materassini per dormire.
27.300 kit per la potabilizzazione dell’acqua, contenenti una tanica, un secchio e gli strumenti per il trattamento delle acque, in modo che le famiglie potessero bere acqua pulita e sicura.
Abbiamo costruito o riparato 3.300 latrine comunitarie e costruito lavatoi comuni, in modo da garantire igiene e salute.

Oxfam ha inoltre lavorato fianco a fianco con le comunità, garantendo supporto nel gestire le infrastrutture igieniche e idriche, formando e fornendo i volontari di guanti, materiali per ripulire latrine, pozzi, canali di scolo e pompe, aiutando scuole e ospedali a vuotare i pozzi neri.
Abbiamo lavorato con le istituzioni locali per organizzare la raccolta dei rifiuti, migliorandone la gestione. Continuiamo a lavorare per prevenire la diffusione di malattie, come la dengue e la malaria, trasmesse dalle zanzare. Lavorando con il Dipartimento di salute di Tacloban, stiamo pagando operai e fornendo attrezzature per rimuovere l’acqua stagnante, dove le zanzare possono depositare le uova. Questo farà sì che 21.000 famiglie tra le più esposte e vulnerabili siano al sicuro dalle malattie così trasmesse.

Dopo il tifone, una delle emergenze è stata quella alimentare. Il nostro primo passo è stato quello di verificare che i mercati locali potessero riaprire, e che la gente potesse acquistare ciò di cui aveva bisogno. Abbiamo dato denaro, laddove possibile, sotto forma di voucher o in cambio di manovalanza (pulire le macerie, drenare i canali di scolo o rimuovere la spazzatura): il denaro dà alle persone controllo sulle proprie vite, e permette all’economia di girare anche durante tempi difficili. Chiaramente questa è solo una misura temporanea. C’è bisogno che le persone tornino a guadagnare, così che possano supportare le proprie famiglie, riparare le proprie case e ricostruire il proprio paese.


Il tifone ha distrutto una gran parte dei raccolti di riso, inclusi i semi per la prossima stagione di semina.
Migliaia di famiglie avrebbero sofferto la fame se i contadini non fossero stati in grado di piantare le colture a dicembre e gennaio. Abbiamo così consegnato sementi a 6.000 agricoltori a Leyte, in modo da impedire che vi fosse scarsità di un alimento che è alla base della dieta del paese.

Milioni di alberi da cocco sono stati abbattuti dalla tempesta, spazzando via una fonte di guadagno vitale. Gli alberi abbattuti inoltre stanno marcendo, rovinando la terra per future coltivazioni. Lavoriamo con le cooperative di piantatori di cocco tagliando gli alberi e vendendo il legname localmente, garantendo loro  gli strumenti – seghe, accette – e sostenendoli nella programmazione.

Sosteniamo le cooperative di pescatori per ricostruire le barche e riparare le reti, in modo che possano riprendere il mare. Abbiamo pianificato di aiutare 2000 famiglie di pescatori in 40 quartieri.

Ci vorrà del tempo prima che la popolazione filippina sia in grado di guadagnare ancora dalla terra e dal mare. Ecco perché stiamo anche portando avanti workshops per aiutare donne e uomini a identificare fonti alternative di reddito nel medio periodo. Questo include la lavorazione di prodotti di artigianato, del cibo, dei mobili, o coinvolgerli nell’industria turistica.
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