5 Luglio 2010

Il futuro dei bambini di East London

 
Pateka, responsabile dei centri per bambini in Sudafrica. Credits Sibilla Filippi/OxfamItalia
Pate

Fare la differenza. Questo è l’obiettivo di Pateka, che lavora con noi a fianco dei bambini più deboli e svantaggiati delle township intorno a East London

«Mi chiamo Pateka Mtintsilana, sono una donna sudafricana di mezza età. Abito a Chintsa, East London. Sono dirigente dell’associazione Loaves and Fishes Network. Sono anche mamma di 6 meravigliosi ragazzi, di cui due adottati. Quando non sono in ufficio, lavoro nell’allevamento di bestiame che possiedo con mio marito, Sandla, aiutandolo nella gestione quotidiana e amministrativa della nostra fattoria. E’ una grande sfida, quella di essere madre, donna d’affari e partner in affari allo stesso tempo, ma lo faccio con l’entusiasmo che mi porta ogni giorno. Sono una donna tenace; cerco sempre di dare il massimo sia a casa, al lavoro, o nei momenti di svago.
Ho iniziato a lavorare con Loaves and Fishes nel luglio dell’anno scorso, ma mi sono sempre occupata di bambini. Sono responsabile finanziaria di Loaves and Fishes e ne gestisco anche le attività. Il nostro lavoro è sostenere i bambini più svantaggiati che frequentano i centri diurni nelle township e nelle aree rurali di East London. Sono vittime di violenza, abusi e povertà. Molti sono orfani di genitori morti di AIDS e vivono con i parenti, soprattutto con i nonni. Noi ci occupiamo soprattutto dei casi più gravi, che purtroppo sono la maggioranza, fornendo alimenti iperproteici ai bimbi denutriti, o garantendo assistenza psicologica alle vittime di abusi. Formiamo il personale, forniamo materiali didattici, cibo e vestiti. Ci occupiamo poi degli aspetti burocratici, verificando che bambini, genitori o nonni ricevano i sussidi governativi o la pensione. Assistiamo circa 1.500 bambini, in 35 centri.


L’età dei bambini varia tra 0 e 5 anni. Presso il centro vengono lavati e nutriti; giocano, imparano e i più grandicelli svolgono attività artistiche e musicali. Oxfam Italia e altri partner (Lega Coop, Regione Toscana, sostenitori privati) ci stanno aiutando nella ristrutturazione dei locali – solitamente baracche di zinco prive di acqua potabile o di latrine – fornendo materiale didattico e affiancandoci nella formazione delle operatrici, specialmente in ambito sanitario. Siamo sempre a corto di personale qualificato; spesso tocca anche a me aiutare le colleghe, anche perché non riesco a starmene in ufficio senza assicurarmi che i bambini stiano bene, che abbiano il cibo e l’attenzione di cui hanno bisogno.

Uno dei casi più tristi che ricordi è quello di un bambino di 5 anni ospite di uno dei nostri centri, che era stato abusato da un vicino di casa. E’ stato aiutato da uno psicologo, ma soprattutto abbiamo dovuto aiutare la sua mamma, starle vicino, spiegarle cosa aveva veramente subito suo figlio. Era una donna senza nessuna istruzione e aveva molta paura. Il problema degli abusi sessuali è strettamente legato all’AIDS, a causa della macabra credenza, purtroppo molto diffusa, che violentare i bambini è considerata unica terapia per guarire dal virus.
Ho vissuto alla periferia di East London e so cosa significa vivere in povertà, lottare ogni giorno per sopravvivere. Per questo voglio garantire a questi bambini benessere fisico, ma soprattutto psicologico e intellettuale; so di poter fare la differenza nelle loro vite e nel loro futuro

a cura di Attilio Bordi, Ufficio Africa Sub-Sahariana, Oxfam Italia

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