9 Gennaio 2020

Iraq, centinaia di migliaia di persone allo stremo rischiano di restare senza aiuti

 

 Chiuso l’ufficio a Erbil e sospesa la distribuzione di aiuti in tre località

Il clima di tensione tra Usa e Iran in Iraq – dopo l’uccisione del generale iraniano Suleimani e la successiva rappresaglia iraniana – rischia adesso di lasciare centinaia di migliaia di persone allo stremo senza gli aiuti umanitari da cui dipendono.

“Al momento, per ragioni di sicurezza, siamo stati costretti a sospendere il nostro lavoro in tre località in cui sosteniamo economicamente moltissime famiglie per l’acquisto di beni di prima necessità. Se dovesse perdurare l’attuale status quo nelle prossime settimane ne risentirebbero oltre 100 mila persone estremamente vulnerabili – ha detto Riccardo Sansone, responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Oxfam è una delle poche organizzazioni umanitarie al lavoro nelle aree più colpite dall’ultimo conflitto e sta soccorrendo oltre 1 milione di iracheni in 5 governatorati insieme ai nostri partner locali, garantendo l’accesso all’acqua pulita e al cibo, e interventi rivolti a garantire sicurezza e protezione delle donne. Per quanto possibile, continueremo il nostro lavoro, ma ora non possiamo far altro che trasferire parte del nostro personale tenendo sotto stretta osservazione gli altri, per garantirne l’incolumità”.

“Il nostro ufficio a Erbil è solo a tre chilometri dall’aeroporto colpito da uno dei missili lanciati – continua Sansone – Il nostro personale ha sentito i razzi e assistito all’impatto, mentre gli operatori che si trovavano a Ramadi hanno visto il missile passare sopra la città prima che colpisse la base militare di Ain – al Asad”.

18 milioni: in Medio Oriente e Nord Africa i profughi e sfollati, catastrofico l’impatto di un nuovo conflitto regionale

Di fronte all’attuale escalation di tensione nell’area, chiediamo a tutte la parti in conflitto di mettersi al lavoro immediatamente per costruire una pace duratura nell’area e evitare che persone che hanno già subito gli effetti di decenni di guerre siano colpite da ulteriori sofferenze.

L’impatto di un altro conflitto regionale in Medio Oriente sarebbe catastrofico per decine di milioni di civili e porterebbe ad un punto di rottura l’attuale sistema di aiuto umanitario nell’area, che sta già facendo fronte ad un’emergenza dopo l’altra da anni, con un altissimo numero di sfollati, che dipendono dagli aiuti per poter sopravvivere – aggiunge Sansone – Basta guardare i numeri. In Medio Oriente e Nord Africa oltre 18 milioni di persone sono già state costrette a lasciare la propria casa a causa della violenza e delle persecuzioni: sono oltre un quarto di tutti gli sfollati e rifugiati nel mondo. L’Iran da solo ospita quasi un milione di rifugiati dall’Afghanistan, dove la guerra, iniziata quasi 20 anni fa, sembra non avere mai fine.”

L’appello ad USA e Iran

Lanciamo un appello urgente a USA e Iran e a tutte le parti interessate nell’area a rispettare il diritto umanitario internazionale, garantendo la protezione dei civili e l’arrivo degli aiuti a una popolazione stremata. Chiediamo al Governo italiano un ruolo attivo, anche in Europa, per una risoluzione pacifica delle tensioni nell’area attraverso la propria azione diplomatica.

“La protezione e la sicurezza dei civili deve essere la prima priorità, così come stabilito chiaramente dal diritto internazionale. La comunità internazionale deve perciò intervenire con coraggio in difesa di questi principi fondamentali ricordando ai leader dei Paesi coinvolti che è loro responsabilità evitare ulteriori sofferenze alla popolazione.” conclude Sansone.

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