16 Febbraio 2015

Oxfam/IFAD, contro fame e povertà adottare politiche a favore piccoli agricoltori

 

Winnie Byanyima domani sarà ospite all'IFAD

Fame e povertà possono essere sradicate in tempi brevi solo se la comunità internazionale si impegnerà a sostenere seriamente la piccola agricoltura, un settore da cui dipendono 2 miliardi di persone e che produce la maggior parte del cibo nel mondo.


Domani Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International, interverrà al 38° Meeting  annuale del Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) su invito del Presidente Kanayo F Nwanze. Il consiglio dei Governatori è il massimo organo decisionale  dell’IFAD, costituito da 176 Stati membri provenienti da paesi in via di sviluppo e sviluppati.


Rivolgendosi a capi di Stato, ministri e politici nella sede di Roma dell’IFAD, domani 17 febbraio, Winnie Byanyima sottolineerà che i governi devono fare tutto quanto in loro potere per privilegiare investimenti di ‘qualità’ nel settore della piccola agricoltura, regolando il contributo dal settore privato, gli aiuti e i bilanci pubblici. Solo così si potrà promuovere una crescita equa e sostenibile.


Winnie Byanyima chiederà inoltre che governi e investitori privati s’impegnino a rimuovere tutti gli ostacoli che rendono difficile la sussistenza dei piccoli agricoltori, inclusi i cambiamenti climatici, la disuguaglianza, le discriminazioni di genere e la totale assenza di peso politico, che rende precario il loro futuro, quando non lo oscura addirittura.


Dobbiamo abbandonare la «logica produttivista»”, che si basa unicamente sul rendimento dei raccolti, senza tenere in considerazione che gli investimenti di qualità possono invece migliorare il lavoro e il reddito degli agricoltori. – dichiara Byanyima –  E’ necessario che le politiche di investimento in agricoltura siano più chiaramente e nettamente sbilanciate a favore dei piccoli agricoltori”.


Nel suo discorso di apertura, Dr. Nwanze ha messo in luce le enormi sfide che il mondo deve affrontare, compresa quella della disuguaglianza, facendo riferimento all’ultimo report di Oxfam da cui emerge che il 48% della ricchezza mondiale è nelle mani del solo 1% della popolazione.


“Il gap tra ricchi e poveri è prima di tutto un gap tra coloro che vivono in aree urbane e coloro che vivono in aree rurali – ha detto NwanzeI piccoli agricoltori producono fino all’80% del cibo nei paesi in via di sviluppo, ma la beffa è che siano proprio loro a soffrire la fame. Tre quarti dei più poveri del mondo vive nelle campagne dei paesi in via di sviluppo. E’ lì che dobbiamo investire per creare lavoro dignitoso, condizioni dignitose e opportunità dignitose. Solo così potremo garantire una crescita equilibrata e dare a 3 miliardi di persone la chance di un pieno sviluppo”


Inseguire unicamente gli obiettivi di crescita economica in un settore come quello agricolo – che vale 2.400 miliardi di dollari – può lasciare indietro le popolazioni più povere.


“Dobbiamo promuovere le organizzazioni di piccoli produttori, il loro potere decisionale, la commercializzazione dei loro prodotti – conclude Byanyima – Per farlo sono necessari aiuti e investimenti che diano slancio alle piccole imprese agricole. Bisogna rimuovere le distorsioni di sistema che causano il fallimento dei piccoli agricoltori ed eliminare gli ostacoli che le donne si trovano a dover affrontare nel settore.”


L’ IFAD investe sulle popolazioni rurali consentendo loro di  ridurre la povertà, aumentare la sicurezza alimentare, migliorare i livelli nutrizionali e rafforzare la resilienza. Dal 1978 sono stati investiti oltre 16,3 miliardi di dollari in donazioni e prestiti a tassi agevolati, di cui hanno beneficiato circa 438 milioni di persone. L’ IFAD è un’istituzione finanziaria internazionale e un’ agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Roma – il polo delle Nazioni Unite per l’ alimentazione e l’ agricoltura.

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