Pochi passi avanti per processo di riconciliazione

Condividiamo ogni tentativo da parte del Governo italiano di lavorare per la stabilizzazione della Libia ed un vero e pacifico percorso di riconciliazione, partendo dalla definizione di elezioni democratiche, non può che essere condivisibile.

Ma ancora una volta nel corso del summit di Palermo, si è deciso di girare la testa dall’altra parte, non assumendo nessun impegno concreto per il rispetto dei diritti umani di migliaia di migranti, uomini, donne e bambini, che ogni giorno sono vittime delle più orrende torture e di abusi nei centri di detenzione libici. 

Al contrario l’agenda della Conferenza si è concentrata essenzialmente sulla formazione delle forze di sicurezza regolari libiche e sull’unificazione di alcune istituzioni economiche e finanziarie interne al Paese.

Migliaia di migranti sono ancora vittime di torture, rapimenti e schiavitù in Libia

Dal via libera all’accordo tra Italia e Libia che ha portato una riduzione degli sbarchi lungo la rotta del Mediterraneo centrale di quasi l’80%, Oxfam ha documentato gli abusi e le violenze subite dai migranti passati in Libia.

Ad agosto 2017 in un rapporto basato su testimonianze dirette (158 interviste), Oxfam e i suoi partner Borderline e MEDU, hanno denunciato che l’84% delle migranti intervistati aveva subito trattamenti disumani, violenze e tortura in Libia.

Serve un vero impegno da parte dell’Italia e di tutta la comunità internazionale, affinché sul tavolo dei futuri negoziati il tema della tutela dei diritti umani venga assunto come prima priorità.

Lavorando su questa strada facciamo inoltre appello al Ministro degli Esteri Moavero e alla vice Ministro Del Re a considerare la possibilità di coinvolgere sin da subito un’ampia rappresentanza della società civile e delle organizzazioni umanitarie italiane in un incontro con la società civile libica.

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