Reema nella sua nuova "casa". Credits: Sam Tarling/Oxfam
Reema
Il nostro impegno a fianco dei profughi siriani continua, ora che l’esilio si fa più grave con l’arrivo dell’inverno. All’interno della Siria la priorità è ripristinare la rete idrica, mentre continua il supporto a Zaatari, in Giordania, a fianco dei residenti del campo, che ha ormai assunto le dimensioni di una città, e in Libano dove, tra l’altro, forniamo appoggio psicologico alle donne e ai bambini, prime vittime della guerra. A questo proposito pubblichiamo nuovamente la storia di Reema.

C’è una bambina di cui non vedrete mail il volto. Ha troppa paura per ciò che le potrebbe accadere una volta tornata in Siria. Reema (non il suo vero nome) ha 12 anni. Abita al primo piano di una casa in costruzione, in Libano. Intorno ci sono blocchi di cemento e mattoni. Nessuna finestra, nessuna comodità. Dorme in una piccola camera con i genitori e 4 fratelli.

La prima cosa che mi ha detto, in un misto di inglese e arabo, è stata: “Ero  a scuola quando è stata bombardata. Alcuni bambini sono rimasti uccisi. Siamo scappati tutti. Quando abbiamo visto che bombardavano la scuola, abbiamo pensato che avrebbero bombardato tutte le scuole del mondo”. E’ una delle cose più tristi che abbia mai sentito. “Mi manca la scuola, mi mancano le insegnanti, gli amici, le lezioni. Adesso non faccio nulla. Non ho penne o carta, quando vedo i bambini andare a scuola mi metto a piangere e mi chiedo perché io non ho il diritto di andarci”.


Un paio di giorni dopo, consegno a Reema quaderni e una penna. Lei mi presta il suo taccuino verde, in cui ci sono le sue poesie e i suoi disegni. Il traduttore mi spiega che le poesie di Reema non sono facili da tradurre: sono scritte infatti in quello che potrebbe essere il corrispettivo in arabo di un inglese shakespeariano.
La sera mi sono messa in contatto con skype con un centinaio di sostenitori di Oxfam: loro a Oxford, io in Libano. Mi hanno chiesto di descrivere la situazione nel paese. L’intensità della crisi (gravissima), come i rifugiati stanno affrontandola (con dignità), e cosa noi (Oxfam) stiamo facendo per loro. Alla fine mi hanno chiesto: c’è qualcos’altro che vuoi dirci? Così ho recitato loro una poesia di Reema:

Quando prendo la matita e il quaderno
Cosa devo scrivere?
Devo scrivere della mia scuola
Della mia casa, della terra che mi hanno portato via?
Quando tornerò nella mia scuola
Quando correrò verso di lei con la cartella
La mia scuola non c’è più
Adesso ovunque è distruzione
Non ci sono studenti
Non ci sono campanelle
La scuola si è trasformata in macerie
Devo scrivere della mia casa che non vedo più
Dove non posso più stare
Devo scrivere dei fiori che profumano di distruzione?
Siria, mio amato paese,
tornerò mai da te?
Ho fatto così tanti sogni
Nessuno si è avverato
Tutto quello che voglio è vivere nel mio paese in libertà
Siria, mio amato paese, ti amo.

Due domande che Reema mi ha fatto continuano ad assillarmi. “Stai vedendo cosa succede in Siria?” e “Cosa diresti ai bambini siriani del loro paese?”. Nel suo taccuino c’è il disegno di un occhio che trattiene le lacrime. Il titolo è “Lacrime di un bambino”. Accanto c’è un’altra delle sue poesie, particolarmente eloquente, in cui fa ancora domande:

Chi ascolterà il mio dolore in esilio?
Chi comprenderà la mia pazienza e la mia fragilità?
La mia pazienza sta finendo
I miei occhi non possono trattenere più lacrime
C’è qualcuno che ascolti la mia voce?
C’è qualcuno a cui importi della mia infanzia
Che abbia pietà di me?
Aiutatemi Arabi
Aiutate i bambini siriani
Riportatemi a casa
Al mio giardino
Al mio paese
Ridatemi la mia cartella, i miei libri
Le mie penne, le mie matite colorate
Ridatemi il mio sorriso, i miei amici, la mia scuola
Riportatemi indietro, riportatemi indietro
Nella mia patria
C’è qualcuno lì fuori che mi ascolti?
C’è qualcuno lì fuori che mi ascolti?

La famiglia di Reema è tra le beneficiarie del programma di Oxfam, che prevede aiuti economici per aiutare i rifugiati siriani a pagare l’affitto.

Jane Beesley /Oxfam

Aiutiano la popolazione siriana

Per far fronte ai bisogni della popolazione siriana colpita dalla crisi, Oxfam ha iniziato ad intervenire a sostegno dei rifugiati principalmente in Libano ed in Giordania attraverso il lavoro congiunto di Oxfam Italia insieme a Oxfam Great Britain e Oxfam Novib (Olanda), e quindi direttamente in Siria.

Fino ad ora Oxfam ha aiutato 200.000 rifugiati.

Ma i bisogni sono molti di più. Aiutaci ad assicurare loro cibo, acqua, servizi igienici essenziali e il necessario per la prima accoglienza.

È possibile sostenere Oxfam con:
– Carta di credito telefonando al Numero Verde 800 99 13 99 o facendo una donazione on line cliccando qui
– Una donazione periodica tramite Rid bancario o postale
Bollettino postale, c/c n. 14301527 intestato a Oxfam Italia (causale Emergenza Siria)

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