La guerra civile che due anni devasta il Sudan ha generato la più grande crisi di sfollamento al mondo. 12 milioni di persone hanno abbandonato le proprie case per fuggire dai combattimenti e hanno cercato rifugio in aree del Paese più sicure o nei Paesi confinanti. Sono più di quattro milioni le persone che hanno attraversato i confini sudanesi per trovare un po’ di pace; il Sud Sudan da solo ne ospita oltre un milione, in gran parte cittadini sudsudanesi rifugiati in Sudan che ora, per salvarsi dalla violenza, sono costretti a tornare indietro.
Da fine febbraio 2025 il Sud Sudan, e in particolare lo Stato dell’Upper Nile, sta affrontando scontri tra gruppi armati e instabilità politica, che aggravano ulteriormente la crisi umanitaria nell’area. Per fuggire da questa nuova ondata di violenza e dalle condizioni di vita drammatiche dei campi sovraffollati, oltre 113.000 persone che avevano cercato in Sud Sudan protezione dalla guerra, hanno lasciato il Paese e hanno fatto ritorno in Sudan.
I centri di accoglienza sono saturi
Circa mille persone ogni giorno entrano in Sud Sudan in cerca di protezione, ma non trovano dove andare. Il numero di nuovi arrivi supera di gran lunga la capienza dei centri di transito e di accoglienza esistenti, progettati per poche migliaia di persone e che ora si trovano ad ospitare fino a quattro volte la capacità prevista. Nel solo mese di maggio, oltre 13 mila persone hanno attraversato il confine raggiungendo il Sud Sudan. Le persone che arrivano nel Paese in cerca di protezione sono in gran parte donne e minori. Nel centro di transito di Renk il 30% dei rifugiati e dei sudsudanesi rientrati nel proprio Paese sono bambini in età scolare (6-17 anni). Questi bambini non vanno a scuola da quasi un anno.
Chi non trova posto nei centri è costretto a ricorrere ad accampamenti di fortuna al di fuori delle strutture, senza accesso a beni di prima necessità come cibo, acqua potabile e cure mediche e in condizioni igienico sanitarie ancora più drammatiche di quelle, già precarie, all’interno dei centri.

Affrontare i fenomeni meterologici estremi
Accedere a fonti di acqua pulita è sempre più difficile in Sud Sudan e la situazione è aggravata dai fenomeni metereologici estremi. A causa della lunga stagione secca, la maggior parte delle fonti d’acqua si è prosciugata.
Molti rifugiati si affidano all’acqua non trattata del fiume Nilo o a pozzi poco profondi, mettendo a rischio la propria salute. La mancanza di acqua ha portato molte persone a scegliere di tornare in Sudan o a trasferirsi in luoghi non sicuri vicino al fiume.
La scarsissima disponibilità di acqua, unita al sovraffollamento e alle condizioni igienico sanitarie precarie negli insediamenti, accelerano la trasmissione di malattie. L’epidemia di colera continua a diffondersi nel Paese, con oltre 46 mila casi segnalati. Con l’avvicinarsi della stagione delle piogge, inoltre, il rischio di inondazioni potrebbe diffondere ulteriormente la contaminazione e compromettere gli sforzi di contenimento.
Il nostro sostegno alla popolazione rifugiata
A Renk portiamo avanti interventi di sicurezza alimentare per la popolazione rifugiata, fornendo aiuti alimentari urgenti, assistenza in denaro e sostegno ai mezzi di sussistenza, come ad esempio la vaccinazione del bestiame e interventi di sostegno alla produzione agricola.
Nel settore dell’accesso all’acqua, solo nel mese di maggio gli operatori di Oxfam hanno raggiunto oltre 30 mila persone attraverso interventi di manutenzione delle strutture igienico-sanitarie, costruzione di nuove latrine, distribuzione di utensili come taniche e secchi, trasporto di emergenza di acqua e sessioni di promozione delle buone norme igieniche. Queste sessioni si concentrano in particolare sul consumo di acqua sicura, sul corretto smaltimento dei rifiuti, sul lavaggio delle mani, sull’approvvigionamento idrico e sull’utilizzo dei servizi igienici.

Anche a causa dei tagli USAID, i fondi per rispondere a questa crisi sono sempre meno, mentre le condizioni di vita della popolazione rifugiata sono disastrose e continuano a peggiorare.