2 Marzo 2023

Terremoto in Turchia: le speranze dei sopravvissuti

 

Terremoto in Turchia, Aziza e la sua famiglia

Per i sopravvissuti al terribile terremoto del 6 febbraio scorso, i bisogni sono enormi e ogni giorno è una sfida. Ma la sfida più grande è continuare a sperare…

Oxfam sta soccorrendo migliaia di sfollati in 4 delle 10 provincie colpite: Gaziantep, Antiochia, Kahramanmaras e Sanliurfa

Queste sono alcune delle loro testimonianze

Aziza ha 3 figli, un maschio e due femmine. Vive a Gaziantep con suo suocero e altri membri della famiglia.

Suo marito se n’è andato 7 mesi fa, e lei per mantenere la famiglia ha lavorato part-time in una fabbrica.

“Quando abbiamo sentito le prime scosse sono saltata giù dal letto ho afferrato i miei figli, che urlavano e piangevano spaventati e siamo corsi fuori casa. Appena usciti la nostra casa è crollata dietro di noi”, ricorda.

Aziza e suoi figli non hanno avuto il tempo di portarsi con loro nulla, se non quello che avevano addosso. Con le temperature che qui di notte scendono lo zero sono costretti a dormire all’aperto, usando il bagno della vicina, cucinano con un fuoco acceso per strada.

“Ho paura che i miei figli si ammalino, alcuni dei miei familiari stanno già male – aggiunge Aziza – Abbiamo bisogno di un rifugio, cibo e riscaldamento. Non pensiamo al futuro, vivere così vuol dire solo sopravvivere”.

Fuggire dalla guerra in Siria, per ritrovare la propria vita stravolta ancora una volta…

Abdulhadi e Reem hanno 22 e 20 anni. Il loro primogenito, Omar, tre anni, corre in giro come solo i bambini di quell’età sanno fare. L’ultima nata, Nur, di soli dieci giorni, dorme tranquilla in braccio alla mamma.

Una tranquillità che i suoi genitori hanno provato a darle, nonostante le difficoltà, e che oggi viene drammaticamente rimessa alla prova. Per i siriani rifugiatisi in Turchia, il terremoto vuol dire l’ennesima fuga, l’ennesimo inizio, in una situazione di totale incertezza.

Undici anni fa ci siamo trasferiti dalla Siria ad Antiochia, per ricostruirci una vita. Il terremoto è arrivato mentre stavamo dormendo, ci siamo spaventati tantissimo e mia moglie e i miei figli hanno iniziato a gridare e piangere – racconta Abdulhadi  – Ho preso la mia famiglia e ci siamo precipitati fuori. Abbiamo vissuto in strada al freddo per 6 giorni. Durante questo periodo ho aiutato gli altri come meglio potevo. Ho perso molti familiari, alcuni li ho estratti io stesso dalle macerie, mio zio, sua moglie e i suoi due figli. La nostra casa è andata distrutta. Così abbiamo lasciato Antiochia. Non vi torneremo mai più. Siamo venuti qui a Isahiye da mio suocero, ma casa sua è pericolante e dodici di noi vivono in una tenda di fortuna. Non pensiamo più al futuro, non ci è rimasto più nulla”.

Terremoto in Turchia

La risposta di Oxfam in Turchia

Da Gazantiep, città epicentro del sisma dove vivono 2 milioni di persone, Oxfam sta coordinando l’invio di aiuti agli sfollati nelle altre zone più colpite del Paese, come Sanliurfa, Antiochia e Mardin.

La prima fase della risposta durerà 3 mesi, durante i quali ci concentreremo sulla fornitura di acqua pulita, servizi igienico-sanitari, coperte, aiuti in denaro per acquistare beni di prima necessità (come il cibo) e tutela delle persone più fragili.  Un intervento realizzato assieme ad una rete di 78 cooperative femminili.

Si può sostenere la risposta di Oxfam su oxfam.it/terremoto-turchia-siria

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