11 Gennaio 2011

Haiti, parla il responsabile della protezione del programma di Oxfam

 
I disordini aggravano le condizioni di vita nei campi per sfollati. Credits: Reuters/Jorge Silva
Campo per sfollati

Abbiamo intervistato Johny Estor, respnsabile della protezione per Oxfam Gran Bretagna ad Haiti.

“Sono nato a Port-au-Prince e ho vissuto lì tutta la vita. Ho studiato sociologia dopo aver finito il liceo. Prima di lavorare a Oxfam sono stato coordinatore di un programma su HIV e AIDS per un’organizzazione locale.  Ho iniziato a lavorare per Oxfam nel marzo 2010, dopo il terremoto. Ho lavorato come responsabile della protezione.

Il mio lavoro ha molti aspetti. Il principale obiettivo di un responsabile della protezione è far sì che i diritti dei beneficiari siano rispettati. Il mio lavoro consiste nell’assicurare che i beneficiari ricevano quello che spetta loro senza essere costretti a dare qualcosa in cambio, come soldi o altri favori di natura fisica. Abbiamo sviluppato strumenti e metodi per i responsabili dei diversi programmi che Oxfam porta avanti, in modo che possano prevenire questi problemi. Non è sempre facile ottenere queste informazioni; le persone non si fanno avanti per dirci che sono state costrette a cedere qualcosa che hanno ricevuto perché erano state minacciate, così molti casi non vengono riportati.


Abbiamo modi per aiutare le vittime a farsi avanti in modo anonimo. Abbiamo predisposto un numero telefonico gratuito che le persone possono usare per denunciare eventuali fatti che accadono nei campi. Organizziamo anche sessioni formative per i membri dei comitati dei campi e delle comunità per creare consapevolezza sul tema della protezione.
Ci sono anche formulari da riempire per riportare incidenti che succedono nei campi. Così siamo in grado di cercare soluzioni per essere sicuri che i diritti di ciascuno siano rispettati.
Penso che il nostro lavoro abbia avuto un effetto positivo sulla popolazione. Per esempio, quando le persone sono state trasferite a Camp Corail, un campo nella periferia di Port-au-Prince che il governo ha selezionato per riallocare gli sfollati, Oxfam era responsabile dell’istallazione di latrine e docce.


Siamo stati in grado di fare una valutazione e abbiamo notato che alcune cose mancavano, per esempio le latrine non erano separate per maschi e femmine, e non c’erano latrine per portatori di handicap; in alcuni casi le latrine non erano sufficienti, e molte non si potevano chiudere.
Abbiamo sollevato le nostre preoccupazione alla squadra che si occupava di acqua e igiene, e sono stati fatti molti miglioramenti. Migliorare le condizioni di vita delle persone è solo uno dei risultati positivi che un dipartimento di protezione può ottenere.


Le elezioni e l’epidemia di colera hanno avuto un grande effetto sul nostro lavoro. Molti progetti che volevamo portare avanti con altre squadre di Oxfam si sono dovuti sospendere, in modo che le squadre potessero concentrarsi per affrontare il colera che, naturalmente, ha la precedenza su tutto il resto. Spero che tutti gli sforzi di Oxfam aiutino a evitare che l’epidemia si diffonda nel resto del paese. Spero anche che le elezioni non abbiano un effetto negativo sul lavoro che stiamo facendo o che abbiamo già fatto.


Mi piace il fatto che il lavoro che stiamo facendo è basato su valori. Sento che Oxfam può contribuire ai cambiamenti necessari ad Haiti, e spero che il nuovo leader di questo paese sia qualcuno che ha la volontà di guidarlo verso un futuro migliore.

Johny Estor, responsabile per la protezione di Oxfam GB

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