30 Luglio 2015

Nepal, le donne sono – ancora – le prime vittime

 
Le rifugiate sono le più vulnerabili

Oxfam lancia l’allarme per la sicurezza delle tantissime donne costrette a vivere in rifugi temporanei: mancanza di privacy e convienza forzata in strutture sovraffollate alla base dei timori per possibili abusi. Sono 318.000 le donne che vivono sole nei 13 distretti più colpiti dal sisma, 2,8 milioni le persone  che necessitano di assistenza umanitaria.


A tre mesi dal devastante terremoto che lo scorso 25 aprile ha sconvolto il Nepal, provocando oltre 8.890 morti, più di 22.000 feriti e 2,8 milioni tra sfollati e persone che necessitano di assistenza umanitaria, crescono i timori per la sicurezza delle donne nel Paese. Secondo un’indagine condotta da Oxfam nel distretto di Dhading, nella parte centrale del Paese, sono sempre di più le donne e le adolescenti che hanno paura di subire abusi fisici e sessuali per la mancanza di privacy e sicurezza. Moltissime sono infatti costrette a vivere in rifugi temporanei sovraffollati, dove spesso gli sfollati sono costretti in una condizione di promiscuità. Le toilette comuni e le aree prive di luce elettrica sono considerate i posti più insicuri. Inoltre, nei distretti più colpiti, molte famiglie sono ancora costrette a vivere all’aperto sotto teloni o in strutture fatte di lamiera, si calcola infatti che il terremoto di tre mesi fa abbia provocato la distruzione di 507 mila case e il danneggiamento di altre 282 mila. A questo quadro, si aggiungono inoltre le difficoltà di accesso a servizi sanitari e acqua potabile che stanno incrementando i rischi per la salute, soprattutto per le donne incinte.


Una situazione che si fa sempre più preoccupante quindi, soprattutto per le donne rimaste sole, spesso vedove o divorziate che, non avendo più alcun legame all’interno delle proprie comunità, non riescono da sole a ricostruirsi dei rifugi permanenti e soprattutto indipendenti. Inoltre per loro è estremamente difficile avere accesso a prestiti e indennità senza la garanzia di un uomo. La UN Women, l’organismo dell’ONU per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, stima che ci siano 318.000 famiglie guidate da donne sole nei 13 distretti maggiormente colpiti del Nepal. Famiglie come quella di Sunita Tamang (pseudonimo), che ha perso suo marito due anni fa e ha visto la sua casa sgretolarsi durante il terremoto: “Non ho più nessuno e non ho soldi: chi mi aiuterà a costruire una nuova casa?” raccontava all’indomani del terremoto. Adesso però grazie al lavoro di Oxfam e dei suoi partner locali, Sunita vive in un rifugio insieme ai suoi due figli.


Questa situazione rischia di aggravare il trauma che ha subito la popolazione nepalese con le due terrificanti scosse di terremoto che hanno sconvolto il paese – afferma Riccardo Sansone, responsabile per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Le donne in Nepal hanno sempre più paura di rimanere vittime di  abusi fisici  rimanendo all’interno dei rifugi temporanei. La loro sicurezza deve essere una priorità per il governo e le associazioni umanitarie”.


Per questo motivo Oxfam ha organizzato 21 focus group nei distretti di Dhading e Gorkha, che hanno coinvolto quasi 600 donne, per garantire che i loro bisogni siano ascoltati e posti al centro della risposta umanitaria post-terremoto. A tal proposito, Oxfam ha distribuito kit igienici per le donne, ha installato toilette femminili e ha realizzato trasmissioni radiofoniche per dare consigli sull’igiene personale ed evitare così il rischio di diffusione di malattie. Un lavoro che va di pari passo a quello svolto da altre associazioni partner di Oxfam nella risposta all’emergenza umanitaria.


“Grazie al supporto tecnico e finanziario di Oxfam, stiamo costruendo centri rivolti alle donne in otto villaggi situati in tre diversi distretti, che forniranno un punto d’incontro in cui potranno ritrovarsi e confrontarsi sui rischi che corrono e le paure che vivono ogni giorno. – afferma Lily Thapa, direttrice esecutiva di Women for Human Rights (WHR), associazione partner di Oxfam –  Assieme al supporto psicologico stiamo fornendo  a tante donne assistenza legale per poter ottenere  documenti fondamentali che certifichino la loro condizione di sfollati  e la loro condizione di cittadine. Stiamo inoltre distribuendo materiale medico e altri servizi essenziali, aiutando le donne ad accedere ai servizi di cash-for-work e ai programmi per la ripresa e la ricostruzione”.


Oxfam ha messo la tutela delle donne al centro della sua risposta umanitaria.
Inoltre, Oxfam e WHR stanno lavorando con le autorità distrettuali per favorire la leadership femminile all’interno delle comunità ed un significativo coinvolgimento dei centri di assistenza che si rivolgono alle donne, nella definizione dei programmi di ricostruzione.


Distribuzione di kit igienico-sanitari

Dal sisma del 25 aprile, Oxfam ha prestato soccorso a oltre 360.000 persone rimaste vittime del terremoto. Ha distribuito 45.000 kit igienici, ha predisposto 32.000 rifugi di emergenza, ha fornito aiuti alimentari a 27.000 famiglie e acqua potabile a 30.000 persone. Ha inoltre installato 4.500 latrine e ha sostenuto la ripresa del paese distribuendo sementi di riso a più di 20.000 contadini.


Oxfam punta a sostenere 400.000 persone entro la fine di agosto: un obiettivo che possiamo raggiungere grazie a te

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