16 Aprile 2024

PORTARE AIUTO NELL’INFERNO DI GAZA

 

Da ottobre, in seguito all’attacco di Hamas, assistiamo con sgomento agli attacchi indiscriminati e alle atrocità inflitte alla popolazione civile di Gaza. In questa drammatica cornice il lavoro dei nostri colleghi e colleghe sul campo si fa sempre più complesso. Ben 243 operatori umanitari hanno perso la vita a Gaza, mentre cercavano disperatamente di portare aiuti vitali all’interno della Striscia.*

Sono trascorsi più di sei mesi e stiamo ancora contando [i giorni] senza avere idea di quando finirà

Anche Jomana, operatrice umanitaria di Oxfam attiva a Gaza, si trova ogni giorno a lottare per la sopravvivenza mentre si impegna a lavorare senza sosta per aiutare la sua famiglia e la sua comunità. Nonostante le difficoltà e il pericolo costante, Jomana conserva nel cuore sogni di pace e di un ritorno a una vita più tranquilla e serena.

Se le bombe uccidono, lo fa anche la fame

Qui al nord soffriamo la fame: siamo costretti a sopravvivere sotto pesanti bombardamenti senza cibo, acqua pulita e con il rischio costante di contrarre malattie

ci racconta Jomana.

Circa 1,4 milioni di palestinesi hanno cercato rifugio a Rafah, dopo essere stati sfollati molte volte. Le condizioni di vita nei campi per sfollati sono drammatiche. Foto: Alef Multimedia/Oxfam
Circa 1,4 milioni di palestinesi hanno cercato rifugio a Rafah, dopo essere stati sfollati molte volte. Le condizioni di vita nei campi per sfollati sono drammatiche. Foto: Alef Multimedia/Oxfam

Tutta la popolazione di Gaza si trova ad affrontare livelli critici di insicurezza alimentare, un tragico scenario che purtroppo si tradurrà presto in un aumento significativo di morti.

Lo denuncia un nuovo report sullo stato dell’insicurezza alimentare nella Striscia, promosso da un network di 19 agenzie e istituzioni intergovernative di cui Oxfam fa parte.*

Dallo scorso gennaio 300mila persone intrappolate nel nord di Gaza sono costrette a sopravvivere con meno di 245 calorie al giorno a testa: l’equivalente di 100 grammi di pane. Un ammontare inferiore al 12% del fabbisogno calorico necessario per la sopravvivenza.

Israele ha deliberatamente e sistematicamente negato cibo e acqua mettendo gran parte della popolazione a rischio imminente di carestia. Questo costituisce una punizione collettiva e va contro il diritto internazionale.

IL SOGNO DI TORNARE ALLA VITA

Jomana aspira a riconquistare la sua vita, la speranza e il suo futuro, non diversamente da qualsiasi altra giovane della sua età.

A vent’anni, come qualsiasi ragazza della mia generazione, ho molti sogni e obiettivi da realizzare. Ma per ora, il mio più grande desiderio è semplicemente vivere in pace con la mia famiglia nella vecchia Gaza. In questo momento, non riesco a pensare al mio futuro; la mia unica preoccupazione è tornare alla vita semplice che conoscevo prima.

Una generazione di bambini, ragazzi e ragazze sta vivendo un livello di violenza e atrocità senza precedenti, rischiando di essere cancellata per sempre.

Più del 70% delle vittime a Gaza sono donne e bambini. Foto: Alef Multimedia/Oxfam
Più del 70% delle vittime a Gaza sono donne e bambini. Foto: Alef Multimedia/Oxfam

UNISCITI A NOI

Come Jomana, decine di colleghe e colleghi stanno rischiando la vita per portare aiuto e proteggere i civili a Gaza.

Il nostro lavoro a fianco della popolazione palestinese prosegue senza sosta, ma solo un cessate il fuoco duraturo potrà garantire l’ingresso di aiuti vitali alla loro sopravvivenza.

È una nostra responsabilità collettiva fermare questa tragedia: bambini, donne, uomini inermi non possono più aspettare. Unisciti a migliaia di persone per chiedere il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e in Israele.

Firma e condividi la petizione per chiedere la protezione dei civili ORA

*Fonte: OCHA (Ufficio per gli Affari Umanitari delle Nazioni Unite)

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