26 Novembre 2010

Serve un accordo globale sul traffico di armi

 
Centinaia di tombe testimoniano che ogni minuto viene uccisa una persona. Trafalgar Square, Londra. Credits: OxfamGB
Trafalgar Square ospitò il lancio di Control Arms

Mentre arriva finalmente la notizia dell’estradizione di Victor Bout, (il tristemente celebre trafficante d’armi, a cui è ispirato il film “Lord of war”, con Nicolas Cage) dalla Thailandia negli Stati Uniti,  in Italia si discute sulle possibili modifiche alla legge 185 del 90, una delle migliori legislazioni al mondo. Nelle intenzioni del Governo italiano, infatti ci sarebbe l’idea di cambiarla attraverso una legge delega, senza un dibattito pubblico e senza esame del Parlamento. Una notizia destinata a suscitare le reazioni di quanti, dai soggetti della società civile, del mondo cattolico,  alle ong si erano battuti per far approvare una legge che regolamentasse in modo stringente il commercio di armi. (Leggi qui l’articolo di Carlo Clericcetti su Repubblica.it). La situazione sul commercio delle armi  infatti a livello internazionale, resta grave, in presenza di gravi vuoti normativi. “La necessità di regole globali sul commercio di armi non è mai stata più grande. Nonostante le numerose accuse rivolte ai trafficanti, i Governi non sono stati in grado per oltre 20 anni di portarli davanti alla giustizia.  Trafficanti che sono in grado, ancora oggi di aggirare gli evidenti vuoti normati esistenti. Senza un trattato vincolante a livello mondiale in grado di regolare il commercio di armi, stiamo rendendo troppo facile ai trafficanti,  il continuare a farlo “, spiega Scott Stedjan, portavoce per la campagna di Oxfam “Control Arms”. Una campagna che mira ad  un accordo globale per regolamentare il commercio di armi. In un contesto internazionale, che vede ancora solo 60 paesi, poter contare su una qualche legislazione in materia.

Condividi l’articolo:
oxfam facebook oxfam Twitter oxfam Linkedin

unisciti a noi!

    informativa sul trattamento dei miei Dati Personali e di prestare il mio consenso (che potrò in ogni caso successivamente revocare) all’utilizzo dei miei dati personali.*

    L’assedio su Gaza rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria

    A GAZA È CATASTROFE UMANITARIA

    AIUTA CHI HA PERSO TUTTO

    dona ora