
Mentre sui nostri schermi scorrono le tragiche immagini delle piccole vittime del conflitto siriano, le Nazioni Unite hanno annunciato che sono ormai un milione i bambini rifugiati. Quasi la metà degli 1.9 milioni di rifugiati che hanno lasciato il loro paese per la Giordania, il Libano, l’Egitto, la Turchia e l’Iraq. E che si aggiungono ai 4.25 milioni di sfollati all’interno della Siria.
“Quello che è a rischio non è altro che la sopravvivenza e la vita di una generazione di innocenti” dice Antonio Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Omar Mohamed, 10 anni, ritratto con i suoi amici. La famiglia di Omar ha lasciato la Siria e abita nel campo di Zaatari, in Giordania. Gli amici incontrati qui hanno riportato il sorriso sul suo volto: insieme, sono più forti.
Farah, coetanea di Omar, ricorda: “Vivevamo in pace in Siria. Quando è iniziato il bombardamento, la nostra zona è stata colpita. Sono morti sette dei nostri vicini. Quando ho visto le persone uccise davanti a me ho avuto paura e ho cominciato a piangere”.

Haram, 5 anni, figlio di Aida Khalda Mohamed, di Dar’a. Haram è rimasto traumatizzato dalle bombe che hanno colpito la sua città e ha iniziato a mostrare problemi di comportamento, come correre a nascondersi sotto il letto. Anche lui vive, da febbraio, nel campo di Zaatari.