13 Luglio 2013

Aree di intervento in Libano

 

Aree di intervento in Libano

In Libano Oxfam ha condotto diverse missioni di analisi dei bisogni umanitari a partire dal mese di Agosto 2012. L’identificazione dei bisogni è stata aggiornata più volte per cercare di essere al passo con i continui cambiamenti presenti sul campo. Il rilevamento dei bisogni è stato condotto insieme ai partner libanesi locali nelle seguenti aree geografiche:
– Nord del Libano: area di “Tripoli + 5”1
– Aree palestinesi in tutto il Libano (campi profughi e raggruppamenti informali), con una particolare attenzione alla zona della Beqaa e nelle zone limitrofe a Beirut, Sidone e Tiro.
– Valle della Beqaa

Area di Zgharta (Tripoli + 5)

Per far fronte a questa emergenza, nel settembre 2012 la Federazione delle Municipalità di Zgharta, che comprende, oltre alla città di Zgharta, altre 25 municipalità, ha aperto un ufficio preposto alla registrazione degli sfollati siriani nonché ha attivato, grazie a fondi propri e donazioni della comunità locale, una rete di solidarietà per assicurare condizioni di vita dignitose agli sfollati. Un team di circa 60 volontari sta ad oggi assicurando un lavoro capillare di mappatura della presenza di profughi siriani nel territorio della Federazione, nonché mobilitando con varie iniziative la comunità ospitante al fine di soddisfare i bisogni primari dei rifugiati siriani. Ad oggi, la Federazione ha registrato circa 7.000 individui, su una popolazione totale libanese residente nelle 25 municipalità pari a circa 75.000 abitanti.

Valle della Beqaa e aree palestinesi a Balbeck, Beirut, Sidone e Tiro

Un’analisi dei bisogni in queste aree è stata effettuata attraverso i partner di Oxfam (Children of al-Jalil Center per il campo di Wavel a Balbeck, Najdeh e Nabaa per quanto riguarda le altre aree geografiche). Inoltre sono stati nominati alcuni consulenti per valutare i bisogni nei campi e nei assembramenti informali del Libano, in particolare per la fornitura di acqua e servizi igienici (WASH), l’assistenza alimentare e la fornitura di kit non alimentari. Sono state fatte inoltre interviste vari soggetti presenti nelle stesse aree (agenzie ONU, ONG, libanesi Enti locali) al fine di favorire il coordinamento e la condivisione delle informazioni durante la fase di analisi.
La Valle di Beqaa rappresenta uno dei punti di ingresso principale per i rifugiati ed è dove si trova il campo di Wawel (istituito negli anni ’50 per ospitare i profughi palestinesi). Dall’inizio della rivolta in Siria, la popolazione di questo campo (di solito uno dei più piccoli, con circa 3.500 abitanti) è più che triplicata. Proprio perché uno dei principali punti di ingresso dalla Siria, nella Valle della Beqaa, inoltre, si sono iniziati a formare insediamenti spontanei di tende per rifugiati siriani (non palestinesi) dove si trovano circa 10.000 persone.
I Campi di Beirut (fondati negli anni ’50, così come Wavel per ospitare i profughi palestinesi), ospitano il 17% della popolazione complessiva dei rifugiati palestinesi e, come riportato da molte agenzie in questa zona vi è una generale mancanza di aiuto.

Il Campo di El Helwi, 45 km a sud di Beirut, è il più grande dei 12 campi profughi del Libano, è stato a casa per 47.000 palestinesi nel 2010 e ora ospita quasi 70.000 rifugiati.

Ci sono poi gli informal gatherings di Balbeck, Sidone e Tiro: si tratta di assembramenti informali spesso situati vicino ai campi palestinesi ufficiali e su terreni privati​​. Mentre l’UNRWA (l’agenzia per i rifugiati palestinesi) fornisce servizi diretti ai rifugiati registrati e non registrati, se domiciliati all’interno o all’esterno campi ufficiali, l’Agenzia non è in grado di costruire ripari o riabilitare le infrastrutture in tali assembramenti né può fornire servizi locali in quanto sotto la giurisdizione delle autorità locali.

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