20 Marzo 2013

Siria: la crisi si aggrava ogni giorno, rischio di instabilità

 

La crisi in Siria sta sfuggendo a ogni controllo. Oxfam e le altre organizzazioni non governative stentano a far fronte alla massa di profughi che spingono sulle frontiere del paese per rifugiarsi in Libano, in Giordania o Turchia.

Il numero delle persone fuggite dal conflitto supera ormai gli 1.1 milioni, circa 5000 al giorno, ma le Nazioni Unite prevedono che possa arrivare a tre milioni per la fine dell’anno. Questi numeri creano gravissime difficoltà ai paesi ospitanti, creando una situazione di instabilità preoccupante. Stiamo raggiungendo un punto dove le capacità delle agenzie internazionali e i governi non riescono più a far fronte alle conseguenze dell’emergenza.

Dei 1.5 miliardi di dollari promessi per la risposta umanitaria in Siria durante la conferenza dei donatori tenutasi lo scorso gennaio in Kuwait, è arrivato solamente il 27.5%. Questi fondi sono assolutamente necessari per supplire alle necessità di un numero crescente di profughi, garantendo loro servizi essenziali come acqua, cibo, coperte e rifugi.

Profughi in fuga dalla Siria Credits: Luca Sola/Oxfam
Profughi in fuga dalla Siria

Oxfam sta ampliando la propria attività in Libano e Giordania per far fronte ai bisogni crescenti della popolazione rifugiata, ma i fondi raccolti sono ancora largamente insufficienti.

In Libano, stiamo aiutando i profughi palestinesi dalla Siria e i rifugiati siriani che hanno lasciato il paese, distribuendo coperte, kit igienico sanitari e stufe, per sopperire ai bisogni primari di persone stremate dall’inverno. Dall’inizio dell’anno infatti abbiamo intensificato le attività distribuendo vestiti pesanti, materassi, coperte, tappeti e teli di plastica per proteggere i rifugi. In Giordania, stiamo installando latrine e cisterne per aiutare oltre 14.000 profughi nel campo di Zaatari. Stiamo lavorando anche a un sistema idrico nuovo che fornisca acqua potabile a tutti i residenti del campo, oltre 90.000 persone. Stiamo inoltre monitorando la situazione delle comunità che vivono fuori dal campo, in modo da verificare se e come sia possibile aiutarli. In tutto, speriamo di aiutare 120.000 persone in Libano e Giordania.

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